3,7 miliardi per 242 progetti urgenti”

3,7 miliardi per 242 progetti urgenti”

È pronta la lista dei progetti urgenti della programmazione europea 2021-2027: si tratta di più di 3,7 miliardi da spendere in modo prioritario, in sei settori strategici, pena l’attivazione dei poteri sostitutivi della presidenza del Consiglio. Si tratta in tutto di 242 interventi, indicati da Regioni e ministeri al Dipartimento per le politiche di coesione, nei sei ambiti che erano stati individuati con la riforma della politica di coesione varata dall’ex ministro e ora commissario Ue Raffaele Fitto con il decreto legge 60 del 7 maggio 2024.

La ricognizione era stata preannunciata dalla premier Giorgia Meloni prima di Natale. Il Dipartimento ha concluso l’istruttoria nei giorni scorsi, verificando la congruità dei progetti indicati con gli indici di priorità contenuti nel decreto.

I settori

L’elenco, visionato dal Sole 24 Ore, include interventi già selezionati oppure in fase di pianificazione; 108 progetti (il 45%) rientra nel settore Sviluppo sostenibile, attrattività delle imprese e transizioni digitale e verde, 38 riguardano l’area Rifiuti, 27 le Infrastrutture per il rischio idrogeologico e idraulico e la protezione dell’ambiente, 25 l’Energia, 24 l’ambito Trasporti e mobilità e 20 le Risorse idriche. In termini finanziari, invece, lo Sviluppo sostenibile rappresenta il 54% del totale, con quasi 2 miliardi, seguito da Trasporti e mobilità con 836 milioni (23%) mentre gli altri settori presentano una rilevanza più esigua, tra il 10 e il 3%. Dai ministeri è giunta l’indicazione, in tutto, di oltre 1,2 miliardi di cui 730 milioni si riferiscono al Fondo nuove competenze all’interno del Programma Giovani, donne e lavoro del ministero del Lavoro; 500 milioni al Fondo di garanzia Pmi nell’ambito del Programma Ricerca, innovazione e competitività del Mimit e poco meno di 20 milioni al Just transition fund della presidenza del Consiglio per le aree di Taranto e del Sulcis.

Le quote tra regioni

Tra le Regioni, è la Campania quella ad avere indicato la somma più alta (733,9 milioni divisi in 28 interventi), seguita dalla Sicilia (576,5 milioni e 10 progetti). Poi cifre molto più basse: Puglia con 196,8 milioni, Toscana con 195,8 milioni, Piemonte con 125,5 milioni e poi via via tutte le altre.

Il ritardo nella spesa

Riassumendo le cifre, la programmazione comunitaria 2021-2027 vale per l’Italia poco meno di 75 miliardi di euro, tra risorse europee e cofinanziamento nazionale. Di questa grande torta, circa 35,6 miliardi rientrano nei settori strategici individuati dalla riforma. E di questa fetta, l’elenco di 3,7 miliardi di euro è dunque ritenuto la parte prioritaria. L’operazione si inserisce in un contesto di grande difficoltà a impegnare e certificare la spesa di una miriade di misure nello stesso periodo in cui va chiuso il Pnrr. Le amministrazioni, infatti, corrono disperatamente per impiegare entro il 2026 le risorse del Piano di resilienza. Ma l’effetto indiretto è la lentezza, con numeri a brividi, con cui vengono spesi i fondi della programmazione europea 2021-2027, fermi al 3,4% (ultimo monitoraggio della Ragioneria, a fine ottobre 2024). È chiaro, in altre parole, che la capacità di spesa delle Pa ha dei limiti fisiologici e la priorità in questa fase viene data al Pnrr.

Fonte: Il Sole 24 Ore