Spotify paga 126 milioni all’industria musicale italiana

Che fosse la prima piattaforma di streaming musicale del Paese – come lo è a livello globale – era cosa nota. Nessuno, però, sapeva nel dettaglio l’entità del contributo economico offerto al nostro music business. Fino a oggi: con la prima verticalizzazione italiana di Loud & Clear, Spotify specifica che nel 2023 nel nostro Paese ha pagato royalties per 126 milioni, dato in crescita del 400% rispetto a sette anni fa.

Soldi in parte andati alle case discografiche e agli artisti, in parte alle collecting di diritto d’autore e agli autori, ma l’incrocio con il giro d’affari nazionale della musica incisa è comunque interessante: il mercato della musica incisa, qui da noi, è cresciuto complessivamente del 18,8% rispetto ai precedenti 12 mesi, attestandosi a quota 440 milioni di fatturato, secondo Fimi. Lo streaming è la principale fonte di entrata con 287 milioni di giro d’affari. E Spotify, che all’industria musicale globale ha pagato 9 miliardi di dollari, è evidentemente la prima fonte del business. Il tasso di crescita dei ricavi generati dagli artisti italiani tramite Spotify è stato del 20%, percentuale superiore a quella della crescita generale del mercato (18,8%). Più di 1.200 artisti italiani hanno generato oltre 10mila euro di royalties da spotify, mentre è più che quadruplicato il numero di quelli che hanno generato oltre 50mila euro di royalties.

Dettaglio interessante: quasi il 50% di tutte le royalties generate dagli artisti italiani su Spotify nel 2023 provenivano da ascoltatori fuori dall’Italia, in linea con i dati globali che vedono premiati gli artisti di paesi per cui l’inglese non è la prima lingua (sono più della metà dei 66mila artisti che hanno guadagnato almeno 10mila euro su Spotify). E le playlist giocano un ruolo fondamentale: dal 2019, il numero medio di paesi in cui un artista viene ascoltato in streaming sulle playlist di Spotify è aumentato del 62 per cento. Quanto agli italiani più ascoltati all’estero, la lista è nota: si va dai Maneskin a Baby Gang, passando per… Vivaldi.

A livello generale, oltre la metà della scoperta di nuovi artisti su Spotify avviene tramite playlist «programmate» (editoriali, editoriali personalizzate, algoritmiche) . Nel 2023 sono stati oltre 5mila gli artisti italiani inseriti nelle playlist editoriali della piattaforma. Gli artisti aggiunti alle playlist editoriali per la prima volta in assoluto nel 2023 hanno registrato picchi importanti nel loro pubblico attivo dopo un periodo di solamente 30 giorni.

«Lo streaming», sottolinea Federica Tremolada, managing director Southern & Eastern Europe di Spotify, «ha permesso a un numero sempre più grande di artisti di raggiungere il successo, contribuendo a una rivoluzione che sta favorendo talenti che non avrebbero trovato spazio sugli scaffali dei negozi fino a pochi anni fa. Se si dovessero elencare tutti gli artisti su Spotify a livello globale, in ordine di guadagno, anche il 50milesimo in classifica avrebbe generato almeno 16.500 dollari solo dalla nostra piattaforma. Un dato che dimostra l’impegno concreto di Spotify nel supporto alla carriera e all’auto-sostentamento degli artisti, che, a loro volta, vedono nella piattaforma un’opportunità reale di crescita».

Fonte: Il Sole 24 Ore