Pronto soccorso, 31 ore in attesa di un ricovero e 5 milioni di pazienti over 80

L’aumento dei costi

Insomma poiché l’anziano è per definizione un paziente complesso, questa complessità incide sull’effettivo carico di lavoro di tutta la struttura, così come sull’aumento dei costi. Con la complessità aumentano i costi. In generale i costi sono cresciuti, per paziente, del 13% per gli esami di laboratorio, del 23% per risonanze magnetiche, lastre e tac e del 15% per i farmaci.

Un incremento che per Beniamino Susi, vicepresidente Simeu, «è legato solo in minima parte a un aumento dei prezzi e deriva soprattutto dal crescere delle attività. Il che è certamente il risultato sia del maggior tempo di stazionamento in Pronto soccorso di tanti pazienti, sia dell’incremento della loro complessità clinica e dell’accuratezza della diagnostica e della terapia effettuata in Pronto soccorso”.

In barella aspettando un posto letto

Lo stazionamento, cioè il tempo spesso infinito passato in barella in attesa di un ricovero, nel 2023 è in media di 31 ore, con un +25% rispetto alle – già tantissime – 25 ore di media registrate nel 2019. Per il past president Simeu Salvatore Manca «quelle sei ore in più hanno un valore assoluto che riflette il disagio dei pazienti e l’impegno assistenziale messo in atto nei Pronto soccorso, sempre più a corto di strumenti per provvedere alle nuove esigenze. Se si moltiplica il tempo di 31 ore per il numero dei ricoveri in Medicina in un anno, emerge una cifra spaventosa: decine di milioni di ore di assistenza e cura in barella».

Porte girevoli per frequent flyers

Infine, la ciliegina sulla torta degli accessi ripetuti che comporta il fenomeno della “porta girevole”: circa il 3,5% dei pazienti è stato oltre 5 volte in Pronto soccorso nel 2023. Sono persone senza fissa dimora ma anche pazienti cronici, oncologici e geriatrici, senza contare quelli psichiatrici che come gli anziani trovano spesso un territorio “assente”. Li chiamano i “frequent flyers” del Pronto soccorso: quelli che solo lì in definitiva ancora oggi sono certi di trovare una qualche risposta.

«Servono progetti e investimenti»

E allora a tirare una linea è il presidente Simeu, Fabio De Iaco: «Quest’ultima indagine è l’ennesima conferma di quanto certifichiamo da anni: il Pronto soccorso è lo specchio della situazione complessiva della sanità pubblica ma anche, allo stato attuale, l’unica risposta possibile per molte condizioni. Nella discussione generale sulla necessità di una profonda riforma strutturale dell’intero Ssn – avvisa – i nostri dati rimandano la necessità impellente di soccorrere il mondo dell’emergenza urgenza, in attesa che i provvedimenti generali, che attendiamo di vedere identificati e attuati, possano finalmente produrre effetti concreti. Il tempo delle analisi è decisamente finito non ci stancheremo mai di evidenziarlo: serve una corretta progettualità accompagnata da giusti investimenti».

Fonte: Il Sole 24 Ore