Mattarella, complicità a eversione da uomini della Repubblica. Ideatori strage Brescia rivolevano il fascismo

«Superato lo sconvolgimento iniziale, la risposta di Brescia all’intimidazione stragista fu netta, compatta, determinata; e rappresentò un esempio per tutto il Paese, attraversato in quegli anni da grandi speranze e idealità, ma anche da ciò che vi si opponeva: spinte eversive, tensioni violente e strategie destabilizzanti, talvolta con la complicità occulta e ignobile di uomini che violavano i doveri di fedeltà alla Repubblica». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Brescia in occasione della commemorazione del 50° anniversario della strage di piazza della Loggia.

I collusi coi terroristi hanno tradito l’Italia

«Complici e collusi, strateghi di morte, non rappresentano lo Stato, ma una gravissima minaccia contro la Repubblica. Hanno tradito l’Italia. Hanno tramato nell’ombra contro il loro popolo e il loro Paese», ha continuato Mattarella. «Di fronte alla guerra violenta di opposti terrorismi – nero e rosso – che – in quella stagione di sangue e di aspri conflitti internazionali – provarono a rovesciare la Repubblica e la sua democrazia, possiamo dire oggi, con certezza, che ha prevalso lo Stato, la Repubblica, il suo popolo, con i suoi autentici, leali servitori».

Brescia terrorismo nero colpiva la democrazia

«La strage di Brescia seguì numerosi gravi episodi: pestaggi, intimidazioni, attentati neofascisti», ha continuato Mattarella. Il presidente ha ricordato «la risposta della società civile bresciana contro questa serie di inaccettabili minacce e violenze» in piazza il 28 maggio. E ha aggiunto: «Fu, allora, che il terrorismo nero decise di alzare il livello di azione criminale. L’intento degli attentatori era chiaro: punire e terrorizzare chi manifestava contro il neofascismo e in favore della democrazia».

Fonte: Il Sole 24 Ore