Borgo Egnazia diventa un marchio, obiettivo 20 resort lusso entro il 2029

Il brand “Borgo Egnazia” – il resort ultra lusso che dal 13 al 15 giugno, nella campagna fasanese, ospiterà i capi di Stato e di governo dei paesi del G7 – fa scuola. Entro il 2029 – questo l’obiettivo della Egnazia Ospitalità Italiana (Eoi), la management company fondata e guidata da Aldo Melpignano che, con la madre Marisa, gestisce le attività alberghiere del gruppo – l’obiettivo è estendere il modello Borgo Egnazia ad altre 20 strutture di lusso, sparse in tutta Italia, per renderle competitive sui mercati internazionali e puntare ad un giro d’affari di 250 milioni di euro.

Le prime tre aperture, secondo il modello Borgo Egnazia, saranno operative nel 2025 quando Eoi gestirà direttamente lo storico hotel Ancora di Cortina d’Ampezzo, grazie alla collaborazione tra Aldo Melpignano e la Red Circle (investimenti immobiliari e ospitalità) di Renzo Rosso, il patron di Diesel, iniziata nel 2023 con il Pelican Hotel di Miami. Altra gestione diretta quella di Castel Badia a Brunico,sempre sulle Dolomiti, in Val Pusteria, e infine Borgo di Pratica di Mare, alle porte di Roma. In tutto 353 posti letto in strutture di alta gamma che conservano il naming e la proprietà di origine.

Eoi segna così l’ulteriore evoluzione del business, all’inizio soltanto familiare, letteralmente inventato da Marisa Melpignano che, nel 1996, diede vita a Masseria San Domenico (oggi la struttura conta 86 ospiti, 6,2 milioni di fatturato nel 2023, stime a +20% nel 2024), dove tutto ha avuto inizio come albergatori per caso nella casa di famiglia. Poi nel 2010 arriverà Borgo Egnazia (526 ospiti) la struttura che, da sola, genera un giro d’affari di 63 milioni di euro, in crescita – grazie all’effetto diretto del G7 – del 20% nel 2024. Tutti segni concreti che la strada tracciata 30 anni fa era quella giusta. Oggi le due strutture danno lavoro a quasi 900 persone, per il 90% pugliesi, con un tasso di retention nel biennio 2022/2023 dell’80%, e sono la punta avanzata di una sorta di distretto turistico informale sorto nel territorio fasanese a corona di questi resort di lusso, tra attività di ristorazione ed ospitalità di gamma media, servizi legati alla hotelleria, al food, ai trasporti .

«Quando siamo arrivati – spiega Aldo Melpignano – questo territorio aveva una vocazione puramente agricola.Ora, grazie a noi e non solo grazie a noi, è diventato un territorio a vocazione puramente turistica. Mia mamma è stata una pioniera del turismo in Puglia». In 30 anni si è così affermato, grazie a questa case history con clientela per due terzi internazionale proveniente da tutto il mondo (per il 40% da Usa e Uk,seguita da Europa, Asia, Australia), un concetto di ospitalità strettamente legato al territorio e alle persone che lo abitano, un modello da esportare dove ci sono le condizioni adatte. Così alle realtà già oggi gestite direttamente da Eoi – tre delle cinque proprietà di famiglia, tra le quali proprio Borgo Egnazia, ed altre sei di terzi con contratti di management – altre ne seguiranno, poco conosciute a livello internazionale e da riposizionare, o che hanno «un potenziale inespresso – dice Melpignano – come Cervinia, Courmayeur, Madonna di Campiglio». Senza escludere altri territori in Umbria, Sicilia orientale, Sardegna nei posti meno battuti, il Cilento. Con le strutture terze, la Eoi firma contratti di management che conservano la proprietà originaria con cui si condivide la pianificazione degli spazi, il design, il concept.

L’obiettivo strategico è creare una house of brands in stile anglosassone, una casa per tutta l’ospitalità di qualità italiana, una piattaforma nella quale gli hotel singoli che hanno difficoltà a competere all’estero, si danno service in comune su distribuzione, ricerca del personale, operations.

Fonte: Il Sole 24 Ore