Bankitalia, domani le prime considerazioni finali di Panetta

Venerdì 31 maggio per il governatore Fabio Panetta arriverà l’esordio principale in Banca d’Italia: quello delle considerazioni finali. L’appuntamento – che come da tradizione vedrà la partecipazione dei vertici bancari, sindacali e dell’economia – arriva a pochi giorni dalle elezioni europee dove si confrontano diverse visioni sul futuro dell’Unione e della sua economia. Un tema che sicuramente il governatore affronterà nel suo discorso.

La visione dell’Europa

Panetta ha espresso di recente varie volte la sua idea di Europa: deve essere più unita, emettere bond comuni, aumentare gli investimenti sulla difesa comune, l’indipendenza energetica e digitale e gestire unitariamente i flussi di migranti necessari per fare fronte all’invecchiamento della sua popolazione. Posizioni chiare così come quelle a favore dell’unione bancaria e della moneta unica europea per un governatore che nei mesi scorsi, dopo la sua nomina da parte del governo di Giorgia Meloni, alcuni avevano erroneamente dipinto come “sovranista”.

La vigilanza sulle banche

La storia di Panetta, collaboratore di Mario Draghi e per anni al board della Bce, diceva diversamente, sebbene più volte avesse perorato gli interessi nazionali e del sistema bancario italiano e i rapporti con l’Abi sono consolidati. Sulle banche italiane tuttavia la vigilanza di Via Nazionale è serrata. Nei sui incontri con i banchieri e al recente G7 di Stresa, Panetta ha riconosciuto il buono stato di salute del comparto (grazie anche ai tassi alti che ora torneranno a scendere) ma ha invitato a non abbassare la guardia. Non a caso è stata imposta la costituzione di una riserva macroprudenziale di capitale per accantonare, in caso di momenti difficili, delle risorse. Per farlo le banche potranno usare quel patrimonio accantonato per evitare la tassa sugli extra profitti. Un provvedimento inatteso da parte del governo che aveva spiazzato il comparto e suscitato perplessità e poi la contrarietà formale della Bce (cui la Banca d’Italia aveva rimesso il giudizio).

I rapporti con Palazzo Chigi

A parte quella vicenda, secondo diversi osservatori, il dialogo fra Palazzo Koch e Palazzo Chigi è costante e su base regolare nonostante nella maggioranza di governo permangano settori dichiaratamente anti euro e anti Ue. Nelle sue analisi e previsioni sul Pil, Via Nazionale ha sottolineato come il primo trimestre sia stato debole e ha segnato in +0,6% la crescita economica del 2024. Qualche scintilla con l’esecutivo si è vista anche sul tema Superbonus. Pur apprezzando lo stop, la Banca aveva sottolineato in una memoria depositata in Parlamento che se neppure le nuove restrizioni dovessero frenare l’accumularsi dei crediti, l’unica via che rimarrebbe da percorrere – sarebbe l’eliminazione del Superbonus prima della sua naturale scadenza alla fine del prossimo anno». Una indicazione alla quale il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva risposto «sarebbe stata gradita se fosse stata fatta magari nel 2022, nel 2023, nel 2021: arriva nel 2024 quando il governo sta esattamente procedendo a fare questo».

Sui tassi invece governo e Panetta hanno posizioni vicine: la frenata dell’inflazione rende il loro ribasso possibile e necessario per evitare il perdurare di effetti negativi sull’economia del nostro Paese. A giugno un primo ribasso è oramai certo, si vedrà se la frenata dei prezzi proseguirà e permetterà una seconda mossa a luglio.

Fonte: Il Sole 24 Ore