La grande fuga: 79 deputati Tory non si ricandideranno
Una cosa è certa in vista delle elezioni politiche del 4 luglio in Gran Bretagna: nel Parlamento di Westminster, che oggi, giovedì 30 maggio, è stato sciolto, ci saranno molti volti nuovi dopo il voto. Non solo perché, se le previsioni di tutti i sondaggi si riveleranno esatte, il partito laburista all’opposizione vincerà, conquistando centinaia di seggi e il diritto a formare un nuovo Governo.
Crollo in vista per i Tories
Il cambiamento più radicale avverrà tra le file dei conservatori. Le proiezioni basate sugli ultimi sondaggi sono di un crollo dei Tories dagli attuali 344 seggi a 92, mentre i laburisti passerebbero dagli attuali 205 a 479, superando la performance del partito guidato da Tony Blair nel 1997 – un record storico di 418 seggi, a oggi imbattuto.
Anticipando la sconfitta, 75 deputati conservatori – un numero allora senza precedenti – avevano gettato la spugna prima del voto. Quest’anno l’esodo dal partito è ancora più drammatico: sono 78 i Tories che hanno rinunciato a candidarsi alle elezioni, e si prevede che altri seguiranno il loro esempio nelle prossime settimane.
Veterani in ritirata
Tra i Tory che ne hanno avuto abbastanza ci sono veterani del partito come Theresa May, ex premier; Michael Gove, ex vicepremier e attuale ministro dell’Edilizia; Matt Hancock, ex ministro della Sanità durante la pandemia, e Dominic Raab, ex vicepremier. E ci sono anche nuove reclute, deputate che erano state elette solo nel 2019, come Dehenna Davison, 30 anni, e Nicola Richards di 29, che hanno deciso di lasciare la politica dopo cinque turbolenti anni di scandali e crisi.
I cinici hanno ricordato il detto che i topi scappano dalla nave che affonda, un paragone stranamente evocato dal premier Rishi Sunak che, subito dopo avere annunciato la data delle elezioni, ha pensato bene di andare a visitare il Titanic Quarter a Belfast, i cantieri da cui era partito lo sfortunato transatlantico, facendo felici i fotografi.
Fonte: Il Sole 24 Ore