Ecco cosa prevede il nuovo programma per l’industria della difesa proposto dalla Ue

L’invasione militare su vasta scala promossa dalla Federazione russa nei confronti dell’Ucraina, oltre a causare danni ingenti alle infrastrutture civili, ha avuto tra le conseguenze quella di far impennare la domanda di determinati prodotti per la difesa in Europa. Il tutto è avvenuto con una capacità di produzione della base industriale e tecnologica di difesa europea (l’acronimo è: “EDTIB”) limitata da una ridotta capacità di produzione “da tempi di pace”. Nel lungo periodo, questa situazione solleva dubbi circa la prontezza industriale nel settore della difesa in Europa, vale a dire la capacità dell’EDTIB di rispondere in modo efficace (in termini di tempo e di portata) ai cambiamenti della domanda europea di prodotti per la difesa. Il 5 marzo la Commissione europea ha proposto un nuovo regolamento sul programma per l’industria europea della difesa (EDIP).

In particolare, la proposta, attualmente all’esame per un parere delle Commissioni Difesa e Attività produttive della Camera, punta a istituire un nuovo programma per l’industria europea della difesa (European Defence Improvement Programme – EDIP) con l’obiettivo, per un verso, di rafforzare la competitività della base industriale e tecnologica della difesa europea (European Defence Technological and Industrial Base – EDTIB), secondo le prospettive della nuova Strategia industriale europea della difesa (European defense industrial strategy – EDIS), che accompagna la proposta. Per l’altro verso l’iniziativa tiene conto dell’urgenza di fornire all’Ucraina prodotti per la difesa.

Budget di 1,5 miliardi di euro per il periodo 2025-2027

Il programma avrebbe una dotazione di 1,5 miliardi di euro per il periodo 2025-2027 a valere sul Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 (lo stanziamento è già previsto nel recente accordo di revisione di medio termine del medesimo quadro). La proposta si compone di cinque Capi e 67 articoli. Ecco le principali soluzioni previste.

Parallelo a quello europeo, c’è il gran piano proposto proprio dal segretario della Nato Jens Stoltenberg per “istituzionalizzare” sotto l’ombrello dell’Alleanza atlantica il coordinamento degli aiuti e “iniettare” nuove risorse per il sostegno militare a Kiev (il famoso piano da 100 miliardi in 5 anni, che secondo voci non confermate potrebbe riconfigurarsi in 40 all’anno, da capire in che arco temporale). Il lavoro è in corso e maturerà in tempo per il summit Nato di Washington.

Gli obiettivi

La proposta di regolamento Ue invece punta a rafforzare la capacità dell’industria europea della difesa di garantire la produzione, la disponibilità e l’approvvigionamento tempestivi di prodotti per la difesa, e a contribuire alla ripresa, alla ricostruzione e alla modernizzazione dell’industria della difesa ucraina, nell’ambito dei futuri impegni dell’Ue in materia di sicurezza a favore dell’Ucraina e in vista della sua futura adesione all’Unione europea.

Fonte: Il Sole 24 Ore