India, chi sono i «satraps» da cui dipende il terzo governo Modi
Dal nostro corrispondente
NEW DELHI – Per dieci anni il primo ministro indiano Narendra Modi è stato il proverbiale uomo solo al comando. Il potere che ha esercitato – sul suo partito, sul Parlamento, sull’esecutivo, financo su una serie di istituzioni che sarebbe meglio non rispondessero al capo del governo – è stato assoluto. Quando domenica presterà giuramento per la terza volta lo farà cosciente del fatto che l’India è entrata in una nuova – o, meglio, vecchia – stagione: quella della coalition politics.
Diversamente da 10 e 5 anni fa, con i suoi 240 deputati, il Bjp di Modi non ha neppure lontanamente la maggioranza parlamentare di 272 seggi che consente di governare. Per superare la soglia avrà bisogno – novità assoluta per lui che ha letteralmente regnato per 12 anni sul Gujarat e per 10 sull’India – dei voti dei partiti della sua coalizione, che di seggi ne ha vinti in tutto 293. Siccome i due principali alleati del Bjp di deputati ne hanno mandati a New Delhi 28, quanto basta per affondare il governo, è difficile sottostimare il potere di persuasione che potranno esercitare sul primo ministro.
I due leader in questione sono Chandrababu Naidu, leader del Telugu Desam Party o Tdp (16 seggi) e Nitish Kumar del Janata Dal (United) o Jd(u), a quota 12 seggi. Due perfetti sconosciuti fuori dai confini del Paese, due figure di peso nell’intricato mondo della politica indiana e due pressoché onnipotenti leader a livello locale: «satraps», secondo l’efficace definizione in voga in India.
Naidu del Tdp, 74 anni, ha appena riconquistato la guida dell’Andhra Pradesh, uno Stato che non si è mai ripreso del tutto dalla secessione del Telangana che ha portato via con sé la capitale Hyderabad, uno dei principali centri indiani dell’It. Kumar del Jd(u), 73 anni, governa da quasi 18 anni il Bihar, uno degli Stati più poveri dell’India che dopo essere stato per decenni sinonimo di miseria, criminalità e sottosviluppo sta lentamente risalendo la china.
Fonte: Il Sole 24 Ore