Affitti brevi, la banca dati unica entra nel vivo: ecco come arriveranno i codici

Il set di dati minimi prevede: codice identificativo Regionale o altro codice diversamente denominato che identifica la struttura nella banca dati regionale o della Provincia autonoma (di seguito Cir), macrocategoria di classificazione nazionale e relativo codice, categoria di classificazione nazionale e relativo codice, sottocategoria di classificazione nazionale e/o regionale e/o provinciale, Comune e Provincia e relativi codici Istat, stato dell’attività, nome, cognome, codice fiscale della persona fisica.

A integrazione del set minimo informativo, le Regioni e le Province autonome sono invitate a trasmettere, in base alla disponibilità, il set di dati complementari presenti sulle rispettive banche dati regionali e provinciali.

L’avvio graduale

Di fatto, si tratterà del primo censimento nazionale che cercherà di far “dialogare” tra loro informazioni che al momento potrebbero essere disallineate, considerando che le singole amministrazioni regionali o le Province autonome hanno gestito finora in autonomia l’acquisizione delle informazioni sui proprietari delle case destinate ad affitti brevi. Come sottolinea il decreto, la trasmissione dei dati «ha l’obiettivo di censire lo stato informativo presente a livello regionale e provinciale e di individuare eventuali criticità che possano interferire con il modello di interoperabilità».

La fase pilota servirà a realizzare l’interoperabilità per le Regioni e le Province autonome «in maniera graduale e in base al livello tecnologico di ciascuna di esse». Durante questa fase, «non vi è alcun aggravio né alcuna modifica delle procedure amministrative seguite dalle Regioni e dalle Province autonome, anche in virtù della costituzione, a carico del ministero, di una struttura di supporto tecnico sia a livello ministeriale sia a livello locale». Anche per questo sarà un vero e proprio test su eventuali criticità tecniche e informative.

Il Cin provvisorio

Una volta attivata l’interoperabilità, l’utente potrà completare le informazioni richieste al fine di ottenere il codice identificativo nazionale (Cin) provvisorio (che sarà chiamato «Cin 1»). Il «Cin 1» può essere utilizzato per l’esposizione all’esterno degli stabili dove sono ubicati gli appartamenti o le strutture ricettive e per l’indicazione negli annunci ovunque pubblicati e comunicati.

Fonte: Il Sole 24 Ore