Spedizione K2 70 anni dopo: le quattro alpiniste italiane sono arrivate a Skardu

SKARDU – Le attrezzature spedite dall’Italia sono state messe in ordine ed esaminate attentamente. Qualche chiodo o fittone da ghiaccio per i campo alti che  ancora mancava è stato facilmente acquistato nel bazar di Skardu all’ultimo momento. Una cittadina di circa 30 persone Skardu, capitale del Baltistanan che da molti anni è di fatto l’avamposto militare pakistano più avanzato in quell’ infinita guerra di posizione che si combatte ancora a 8mila metri con l’India per il controllo del Kashmir. 

Militari nelle caserme ed ex militari che qui si godono la pensione da più di 50 anni convivono con gli stranieri che partecipano a tutte le spedizioni alpinistiche ufficiali e commerciali  che si accingono a raggiungere le vette del Karakoram a cominciare dal K2.

 L’Italia qui ha lasciato un segno tangibile con un museo che raccoglie tutta la documentazione delle spedizioni italiane a cominciare da quella del Duca degli Abruzzi fino a quella che nel ’54 sotto la guida di Ardito Desio portò alla conquista della seconda vetta più alta del mondo.

 Regista e vera anima del luogo Agostino Da Polenza che guida anche la spedizione in partenza giovedi 20 giugno per il Baltoro per celebrare i 70 anni della conquista del K2. 

Da Polenza è pieno di ricordi e si aggira nel museo che richiederebbe tuttavia una maggiore attenzione da parte delle autorità italiane per una sua ristrutturazione ormai non più rinviabile. Certamente è desolante vedere il vicino K2 Motel che da anni si trova  in stato di completo abbandono dopo che per almeno 50 anni è stato il punto di partenza (e di arrivo) di quasi tutte le spedizioni che si sono cimentate con gli 8mila del Karakoram. Sulle porte sono ancora visibili brandelli di manifesti delle spedizioni passate tra cui quella del 2014 per i 60 anni della conquista italiana di cui faceva parte anche Daniele Nardi deceduto nel 2019 nel Nanga Parbat. 

Fonte: Il Sole 24 Ore