Dalle case occupate alla cannabis light, accelera la stretta sulla sicurezza

Le commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera sono andate veloci da martedì a giovedì nelle votazioni sugli oltre 300 emendamenti presentati al disegno di legge sulla sicurezza: 29 articoli che spaziano dalla tutela delle forze di polizia e delle forze armate alla liberalizzazione, per gli agenti, della detenzione di armi private senza licenza, dal terrorismo alle rivolte nelle carceri e nei centri per i migranti, dalla stretta contro borseggi e accattonaggio ai tutor per le vittime di usura. Sette mesi dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri, il testo è atteso in Aula per la discussione generale giovedì 27, anche se non si esclude che l’approdo slitti ancora alla settimana successiva. Va superato, infatti, il nodo dei 35 emendamenti della Lega che avevano surriscaldato gli animi e che per ora restano accantonati. Le commissioni riprenderanno a votare martedì alle 11.

Rafforzata la tutela delle forze di polizia

Il Ddl, targato Viminale, Giustizia e Difesa, è molto atteso da forze dell’ordine e militari: al comparto, più volte finito sotto attacco nei mesi scorsi, il Governo ha voluto tendere la mano, avviando nel contempo le trattative per i rinnovi contrattuali. Da qui le norme: pene inasprite di un terzo, rispetto a tutti i pubblici ufficiali, per chi commette violenza o resistenza nei confronti degli ufficiali o agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria (da due a cinque anni di carcere per chi cagiona loro lesioni personali, reclusione fino a 16 anni in caso di lesioni gravissime), protezione rafforzata per i beni in dotazione alla polizia e per le attività in mare della Guardia di finanza, sanzioni potenziate per chi non rispetta le prescrizioni della polizia stradale e non si ferma all’alt. E libertà per gli agenti di detenere fuori dal servizio armi private senza licenza.

L’ondata di nuovi reati, dal terrorismo di parola all’occupazione di immobili

È peraltro elevato a delitto l’attuale illecito amministrativo di blocco stradale. Le proteste in carcere diventano reato punibile fino a otto anni per chi organizza una rivolta, fino a 5 per chi partecipa, mentre sono stati bocciati gli emendamento M5S che proponevano l’abolizione del reato di rave party, introdotto con il primo decreto sicurezza del Governo Meloni, e il divieto di saluto romano. Il giro di vite riguarda anche il terrorismo, con il nuovo reato di «detenzione di materiale con finalità di terrorismo e contro l’incolumità pubblica», che punisce chi si procura istruzioni per preparare o usare «congegni bellici micidiali», armi o sostanze pericolose. L’altro reato introdotto riguarda l’«occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui», “arricchito” dall’emendamento M5S, su cui il Governo aveva dato parere favorevole e che è stato approvato, che propone di procedere d’ufficio quando il fatto è commesso contro persona incapace, per età o per infermità.

L’estensione del Daspo urbano

L’articolo 10 del disegno di legge estende inoltre il Daspo urbano prevedendo, tra l’altro, la possibilità per il Questore, nei casi di reiterazione delle condotte sanzionate, di disporre il divieto di accesso alle aree di infrastrutture e pertinenze del trasporto pubblico, come le stazioni, anche a soggetti denunciati o condannati, nel corso dei 5 anni precedenti, e anche con sentenza non definitiva. Sono stati respinti tutti gli emendamenti delle opposizioni che puntavano, tra l’altro, a limitare l’alt ai soli condannati in via definitiva. Di «febbre securitaria della destra» che «produce mostri» ha parlato il capogruppo Avs in commissione Giustizia, Devis Dori. «Sul Daspo – sottolinea la pentastellata Valentina D’Orso – la maggioranza svela il suo garantismo di comodo e selettivo: con la norma che propongono, un cittadino comune colpito da una qualsiasi denuncia, magari anche da parte di un vicino di casa che ce l’ha in antipatia, può subire una limitazione al diritto costituzionalmente garantito della libertà di circolazione». La norma è stata difesa dal sottosegretario all’Interno Nicola Molteni: si tratta, ha spiegato, di misure che non prevedono il carcere e che possono essere decise dal Questore «in maniera ponderata e legate alla possibile pericolosità sociale del soggetto», in linea con il “Daspo Willy” nato durante il Governo Conte 2.

Cannabis light, il divieto controverso

Al Ddl sicurezza il Governo ha proposto l’emendamento che, modificando la legge a sostegno della filiera della canapa ad uso industriale, con quantità di Thc inferiore allo 0,2%, vieta la coltivazione e la vendita delle infiorescenze, anche di cannabis a basso contenuto di Thc, per usi diversi da quelli espressamente indicati nella legge stessa, e quindi quelli industriali consentiti. Il commercio o la cessione di infiorescenze viene punito con le norme del Testo Unico sulle sostanze stupefacenti, parificando la cannabis light a quella non light. La proposta non è ancora stata messa ai voti, ma è tra quelle contro cui le opposizioni (e lo stesso settore produttivo) levano gli scudi.

Fonte: Il Sole 24 Ore