Pnrr, pronta la richiesta per la sesta rata. Meloni: primi in Ue

Entro questa settimana il Governo italiano invierà a Bruxelles la richiesta di accredito della sesta rata del Pnrr: 8,5 miliardi per 37 obiettivi, dalla Linea Adriatica per il gas ai crediti d’imposta per transizione 4.0 e 5.0, dall’avvio delle opere infrastrutturali nella Zes unica del Sud fino alle palestre scolastiche, alla riforestazione urbana e alle bonifiche delle discariche abusive. Nell’agenda anche il potenziamento delle ferrovie del Sud, il completamento delle assunzioni nei tribunali, l’istituzione del Polo del turismo digitale e la digitalizzazione delle attività della Guardia di finanza.

Negli stessi giorni Palazzo Chigi conta anche di ricevere, finalmente, il bonifico della quinta rata relativa alle 52 scadenze della seconda metà del 2023. Sul punto gli ultimi confronti tecnici sono ancora in corso per verificare se Roma potrà ottenere subito l’intera quota di 10,6 miliardi o se la vedrà limata per la rimodulazione di qualche misura.

Il doppio passaggio è stato al centro ieri della cabina di regia convocata dal titolare del Pnrr, Raffaele Fitto, con gli altri ministri e i rappresentanti di Regioni ed enti locali. Presente anche la premier Giorgia Meloni: «È un momento molto importante. Siamo la prima Nazione in Europa a richiedere il pagamento della sesta rata, dopo essere stati anche i primi a richiedere la quinta». Non è l’unico primato, secondo la presidente del Consiglio: «L’Italia è al primo posto per obiettivi raggiunti e avanzamento finanziario del Piano». Proprio sull’avanzamento finanziario si è concentrato Fitto, sottolineando anche che «i dati sul consistente incremento degli investimenti in opere pubbliche che al Sud hanno registrato un tasso di crescita superiore al 50% nel corso del 2023 confermano che siamo pienamente entrati nella fase 2 del Pnrr, quella della concreta messa a terra degli investimenti per dare forma all’Italia di domani».

I numeri aggiornati sulla spesa effettiva delle risorse Pnrr sono destinati a emergere dalla nuova relazione sul Piano che il Governo invierà alle Camere prima della pausa estiva. Un’altra declinazione della fase 2 in avvio in queste stesse settimane sarà rappresentata dall’attuazione, annunciata da Fitto, del nuovo sistema di controlli sullo stato di avanzamento dei progetti da parte dei singoli soggetti attuatori previsto dall’articolo 2 del decreto Pnrr quater (19/2024). Si tratta del meccanismo che impone alle amministrazioni di aggiornare e certificare il rispetto delle scadenze per non finire nella lista nera pubblica dei “ritardatari”. Secondo l’ambizioso calendario scritto nel decreto, la responsabilizzazione dei titolari degli interventi avrebbe dovuto essere operativa già dall’inizio di maggio. I tempi effettivi sono stati più distesi ma ora, assicura Fitto, si parte davvero.

In fase di decollo anche un’altra delle previsioni più controverse del decreto rimasta finora in naftalina, cioè la prima verifica periodica dello stato dell’arte del Piano nazionale complementare, il gemello domestico del Pnrr, con l’obiettivo esplicito di ricavare dai suoi filoni più in difficoltà una quota delle risorse per finanziare i progetti usciti dal Pnrr con la revisione di dicembre che però il Governo ha voluto mantenere in vita.

Fonte: Il Sole 24 Ore