Campi Flegrei, al via le prove di evacuazione. Pesa il rischio flop

Il piano «speditivo di emergenza c’è», ma soltanto testandolo si può capire se funziona davvero. Oggi e più ancora domani ai Campi Flegrei, nell’area più a rischio bradisismo, ossia i Comuni di Pozzuoli e Bacoli e alcuni quartieri di Napoli, si terrà la seconda esercitazione di protezione civile, che era già prevista dal programma a maggio, ma che proprio lo sciame sismico di queste settimane ha costretto a rinviare. Le difficoltà non mancano: si teme la scarsa adesione della popolazione. E pesa la diffusa convinzione che i test e gli allarmi danneggino la stagione turistica, mandando in fumo prenotazioni e guadagni.

Oggi a Roma prove di comitato operativo

Organizzata dal dipartimento della Protezione civile della presidenza del Consiglio, guidato da Fabrizio Curcio, d’intesa con la Regione Campania e con il coinvolgimento della Città Metropolitana e della Prefettura di Napoli, dei Comuni interessati e delle strutture operative di protezione civile, l’esercitazione arriva all’indomani del varo in Consiglio dei ministri del decreto Campi Flegrei bis e dalle parole durissime sulle responsabilità di Regioni ed enti locali del ministro Nello Musumeci: «È stato autorizzato uno sviluppo urbanistico irragionevole, caotico e disordinato: chi doveva vigilare non lo ha fatto». La prova è cominciata stamattina dalla parte meno complicata: la simulazione a Roma del comitato operativo della Protezione civile, con l’attivazione delle sale e dei centri di coordinamento ai diversi livelli, a partire dal Centro operativo comunale di Napoli. In sintesi, si tratta di un test del meccanismo di coordinamento di un’eventuale emergenza, per verificare che rapidamente tutti gli attori coinvolti sappiano prendere le redini della situazione e governarla, dal centro ai territori.

Domani i test di evacuazione, attenzione ai fragili

Nella giornata di domani, invece, l’esercitazione entra nel vivo, con l’obiettivo di verificare la funzionalità di alcune delle aree di attesa e della relativa organizzazione prevista nella pianificazione comunale. Saranno simulate diverse scosse di terremoto ravvicinate, come prevede lo scenario 3, con il test delle procedure per l’evacuazione di una parte della popolazione residente. In particolare, sono sotto osservazione le procedure di registrazione e di assegnazione di un alloggio a chi ipoteticamente non potesse rientrare nella propria abitazione, insieme al sistema di registrazione delle esigenze immediate per le persone fragili. Quando sarà diramato l’allarme, i cittadini saranno invitati a recarsi presso le aree di attesa in prossimità delle loro abitazioni: ce ne saranno due a Pozzuoli (vicino alla ruota panoramica sul lungomare e alla piazza del Ricordo) e altrettante a Bacoli, e una a Napoli, allestita nel parco accanto alla stazione di Bagnoli.

Gas tossici, in azione la squadra Nbcr dei Vigili del fuoco

Per verificare e scongiurare la presenza di gas tossici, il riferimento sono i Vigili del fuoco in assetto Nbcr, ossia i nuclei addestrat*i per la prevenzione del rischio nucleare, biologico, chimico e radiologico. Si distinguono perché durante gli interventi non indossano la divisa istituzionale, ma tute scafandrate per la protezione personale, dotate di autoprotettori che consentono la respirazione anche in ambienti contaminati. In dotazione, gli Nbcr hanno anche maschere antigas, rivelatori di sostanze pericolose, sensori elettrochimici e mezzi particolari, come l’Iveco-One, un’unità mobile progettata proprio per la rilevazione di agenti chimici e nucleari, per la decontaminazione di persone, veicoli e terreno e per il recupero delle sostanze pericolose.

Prove di campo base e censimento danni

Tra le altre attività in cantiere domani, oltre all’attivazione e all’organizzazione di aree di attesa e di hub per l’accoglienza della popolazione nei tre Comuni interessati, figurano l’allestimento di un campo base per le colonne mobili di Vigili del fuoco, ad Afragola, diversi punti informativi rivolti alla popolazione e l’attivazione del volontariato a supporto dei centri di coordinamento, delle telecomunicazioni, dell’informazione e assistenza alla popolazione. Alla prova anche ulteriori test delle procedure del censimento danni, con particolare riferimento alle modalità per la condivisione informatica dei risultati.

Fonte: Il Sole 24 Ore