Dal MiC 4,2 milioni di arretrati ai dipendenti, ne mancano 54
La denuncia unitaria dei sindacati della pubblica amministrazione (CGL, CISL, UILPA, FLP, UNSA, CONFINTESA, USB-PI), del 5 giugno scorso, del mancato pagamento del salario accessorio del personale del Ministero della Cultura per il 2023 per la somma di circa 65 milioni di euro per quasi 12 mila dipendenti ha avuto i suoi effetti. Difatti, dopo sei giorni dal comunicato, il MiC, con una circolare a firma Paolo D’Angeli, direttore della Direzione generale Bilancio, ha comunicato ai Segretariati regionali e agli Istituti periferici e centrali l’emanazione dei decreti di riparto del “Fondo Risorse Decentrate” per un ammontare di circa 4,2 milioni di euro pari alle ultime due mensilità del 2023. Rimangono da pagare ancora altri arretrati come i progetti di miglioramento, detti anche progetti locali, che valgono complessivamente circa 54 milioni di euro e altre somme relative al secondo semestre 2023 della voce conto terzi, i progetti per i musei autonomi, i servizi di vigilanza prestati per gli eventi, per circa 3 milioni di euro, per un ammontare totale del debito di circa 57 milioni di euro. Da fonti sindacali si apprende che i ritardi nei pagamenti siano attribuibili alle lungaggini del Ministero dell’Economia e delle Finanze e che il Ministero della Cultura si stia impegnando per garantire il pagamento degli arretrati nella busta paga di agosto. Non si è ancora certi del risultato, tuttavia i sindacati stanno dando credito agli sforzi del MiC.
La mobilitazione
Oltre gli arretrati e le gaffe del Ministro Sangiuliano, ciò che sta agitando le acque del palazzo di via del Collegio Romano è il concorso pubblico per 75 unità di personale appartenente all’area delle elevate professionalità con profilo specialistico, definiti dal ministero stesso “superfunzionari”. Il 7 giugno scorso i sindacati hanno convocato un’assemblea nazionale aperta a tutti i dipendenti del MiC appartenenti all’area dei funzionari, a seguito della quale si è deciso che si sarebbero valutate iniziative di mobilitazione, se non ci fosse stato il confronto con il Ministro Gennaro Sangiuliano. La critica sollevata riguarda l’aver vanificato un anno di negoziazione del tavolo tecnico tra ministero e sindacati, in cui si è discusso di fabbisogno di risorse umane, di definizione di famiglie professionali e posizioni di lavorative. Difatti, il bando dei superfunzionari è stato pubblicato prima della chiusura dei lavori del tavolo e senza tener conto delle indicazioni emerse, creando una disparità tra i normali funzionari che devono possedere un titolo post lauream e le elevate professionalità che non ne necessitano. Altre critiche sono basate sul fatto che alcune posizioni di lavoro dei superfunzionari sono necessarie in pochi Istituti (cinque al massimo su 300), senza tener conto dei fabbisogni di figure come archeologi, storici dell’arte, bibliotecari, archivisti, comunicatori e amministrativi. Si lamenta, ancora, la disparità di stipendio troppo alto riservato agli elevati profili rispetto ai normali funzionari e, che l’uscita del bando a poca distanza dal voto per l’Europarlamento sia una manovra elettorale e non un’occasione di riqualificazione e d’innovazione del personale del ministero. Allo stato attuale non risulta nessun confronto aperto, per tanto sul fronte pagamenti e superfunzionari per il MiC si prospetta una lunga estate calda.
Fonte: Il Sole 24 Ore