Cdp pronta al primo bond digitale: la Bce dà il via libera alla sperimentazione

La cornice normativa l’ha disegnata il decreto FinTech approvato lo scorso anno che ha aperto la strada in Italia all’emissione e alla circolazione di strumenti finanziari digitali, contribuendo così a ridurre il gap tra il nostro Paese e il resto d’Europa dove la regolamentazione di questo settore è già molto avanzata. Così, sfruttando quell’assist, Cassa Depositi e Prestiti ha appena incassato dalla Banca Centrale Europea il disco verde per partecipare alla sperimentazione avviata dall’Eurosistema con l’obiettivo di emettere bond digitali in valuta della Banca Centrale (euro digitale wholesale).

Si tratta, va detto, del coronamento di un percorso che, per la verità, il gruppo presieduto da Giovanni Gorno Tempini e guidato da Dario Scannapieco, aveva avviato negli anni scorsi con la pubblicazione, insieme a Ibm e all’allora Sia (oggi Nexi, tra le partecipate della Cassa), di un Libro Bianco sulle ipotesi di adozione della tecnologia blockchain in ambito finanziario arrivando a individuare, tra gli ambiti dallo sviluppo più promettente, proprio quello collegato all’utilizzo di questi strumenti per favorire delle emissioni obbligazionarie. In linea, peraltro, con le sfide individuate dal piano industriale 2022-2024 dove la trasformazione digitale e l’innovazione, anche tecnologica, sono considerate due driver fondamentali per lo sviluppo delle attività del gruppo. Da lì la decisione del gruppo, con la collaborazione di Consob e Banca d’Italia, di mettere in campo delle piccole sperimentazioni interne che hanno messo in evidenza i benefici collegati al ricorso alle soluzioni basate su Distributed Ledger Technologies, vale a dire l’insieme di soluzioni che consentono di validare e registrare in modo sicuro un aggiornamento dello stato di un registro condiviso e distribuito tra i nodi di una rete informatica.  

Cdp ha deciso quindi di proseguire su questo filone presentando, a marzo, istanza alla Consob per essere iscritta nell’elenco dei responsabili dei registri per la circolazione digitale come previsto dal decreto in modo da poter svolgere quel ruolo esclusivamente in riferimento a propria potenziale emissione obbligazionaria digitale. Poi, una volta incassato quel disco verde, il gruppo ha formalizzato la propria candidatura per partecipare alla sperimentazione avviata lo scorso dicembre dalla Bce e rivolta agli operatori finanziari che desiderano prendere parte al lavoro esplorativo dell’Eurosistema sulle nuove tecnologie per il regolamento all’ingrosso in moneta della Banca centrale delle operazioni finanziarie poste in essere su Dlt di mercato.

Ora dalla Bce è arrivato il nullaosta a partecipare alla seconda finestra che prenderà avvio a luglio. «Stiamo predisponendo l’intero apparato operativo per arrivare a una prima emissione all’interno di questa seconda finestra – spiega a Il Sole 24 Ore il chief financial officer di Cdp, Fabio Massoli -. I tempi saranno molto rapidi, puntiamo a effettuare una prima operazione entro la pausa estiva. Il cronoprogramma è soggetto naturalmente al fatto di riuscire a chiudere il cerchio attorno a tutti gli step propedeutici, inclusa la definizione dei termini dell’accordo con un investitore istituzionale che stiamo finalizzando».

Insomma, la “macchina” marcia a pieni giri in vista di questa sfida. Che, prosegue Massoli, va considerata con un occhio a quello che sta avvenendo sul mercato dei minibond che avrebbero dovuto facilitare l’accesso delle piccole e medie imprese al mercato dei capitali e il cui sviluppo, invece, si è rivelato molto al di sotto delle aspettative e nonostante gli interventi normativi messi in campo per accelerare il ricorso a questi strumenti. «Si tratta di uno sforzo importante a livello di sistema con il coinvolgimento di tutti gli attori – precisa il cfo – proprio perché può rappresentare in qualche modo un primo passo importante da questo punti di vista».

Fonte: Il Sole 24 Ore