«Con Germania e Francia in crisi, l’Italia può emergere come leader europeo». Parla Thomas Krings

«Una delle caratteristiche più interessanti del Parlamento europeo è il fatto che, a differenza dei sistemi politici nazionali, non esiste un classico assetto “governo-opposizione”. Rispetto a Roma, Parigi o Berlino, gli europarlamentari possono dire: “We always rule!”. Ci sono gruppi politici, ma le maggioranze possono cambiare: dipende dalle decisioni da prendere. Questo, a volte, spiazza anche gli stakeholder nazionali».

Con l’aumento del sostegno a partiti di destra come il Rassemblement National di Marine Le Pen e il Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei di Meloni, come vede il futuro dell’integrazione europea e la stabilità politica dell’Ue?

«Non sono ottimista quando guardo al futuro dell’integrazione europea e alla sua stabilità politica, ma va sottolineato che molti leader di destra sono diventati più pragmatici col tempo, ammorbidendo i loro slogan per conquistare il potere. Una parabola seguita anche da Meloni. In passato, la maggior parte di loro chiedeva l’uscita dall’Ue, ora quasi nessuno lo fa, Le Pen compresa. Sembra che qualsiasi forza politica antisistema a un certo punto debba rendersi conto che, una volta al potere, non può applicare il suo programma al 100%. Gestire lo “spettacolo” significa anche dover scendere a compromessi e mediare accordi».

In materia di intelligenza artificiale, c’è un ruolo che l’Ue potrebbe ritagliarsi a livello mondiale?

«L’Unione europea può ritagliarsi un ruolo apicale nel campo dell’intelligenza artificiale. Per rimanere competitiva rispetto ai cospicui investimenti e ai progressi di Stati Uniti e Cina dovrebbe concentrarsi sui suoi punti di forza: quadri normativi e standard etici. L’enfasi posta dall’Ue sulla privacy dei dati, attraverso iniziative come il Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr) e l’ Ai Act , la incorona leader nello sviluppo di linee guida etiche per il settore. Ora, Bruxelles deve incrementare gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo dell’IA, favorire i partenariati pubblico-privato e promuovere la formazione di competenze digitali per costruire un solido ecosistema dell’IA. Stabilire una strategia unificata che sia in linea con i suoi valori di trasparenza, responsabilità e sviluppo incentrato sull’uomo può aiutare l’Unione europea non solo a competere ma anche a stabilire standard globali nell’innovazione di questo ambito».

Fonte: Il Sole 24 Ore