Il Parlamento chiamato a legiferare per la tutela dell’interesse dei minori

Una nuova questione di costituzionalità per il riconoscimento dei figli in una coppia omosessuale. Questa volta è stato il tribunale di Lucca a sospendere il giudizio e trasmettere gli atti alla Consulta affinché si pronunci sulla legittimità della questione. È solo l’ultimo caso, in ordine temporale. All’interno del panorama legislativo italiano, infatti, «non esiste una legge che regolamenti e tuteli la genitorialità di una coppia omosessuale e questo ha ricadute importanti sui figli, soprattutto in caso di decesso del genitore biologico o di separazione conflittuale della coppia; inoltre l’adozione in casi particolari si sta dimostrando un istituto del tutto inadeguato e lesivo della dignità delle figure genitoriali perché i tribunali per prassi hanno introdotto indagini addirittura sulla loro “moralità”» sottolinea l’avvocata Maria Grazia Sangalli già presidente di Rete Lenford. In Italia, infatti, viene riconosciuto esclusivamente il genitore biologico, mentre il genitore elettivo non esiste dal punto di vista legale. Malgrado la Corte costituzionale abbia riconosciuto che il desiderio di avere figli è espressione della «fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi» di qualunque essere umano, non è automatico il riconoscimento del genitore non biologico per i figli di coppie omogenitoriali. Dall’inizio dello scorso anno le procure di diverse città italiane hanno chiesto l’annullamento del riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali dopo che il ministero dell’Interno aveva emesso una circolare con cui chiedeva ai sindaci di non trascrivere in automatico i certificati di nascita dei bambini nati di coppie omogenitoriali in cui compariva anche il nome del genitore non biologico. In caso di annullamento, l’unica via che ha il genitore non biologico per vedersi riconosciuto il proprio ruolo è la stepchild adoption, ovvero l’adozione di minori in casi particolari. Già nel gennaio 2021 la Corte Costituzionale aveva emesso una sentenza in merito al riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, stabilendo che «l’interesse del minore è quello di ottenere un riconoscimento anche giuridico dei legami che nella realtà fattuale già lo uniscono a entrambi i componenti della coppia, ovviamente senza che ciò abbia implicazioni quanto agli eventuali rapporti giuridici tra il bambino e la madre surrogata» e chiedendo al Parlamento italiano di legiferare in merito, in modo tale da tutelare gli interessi dei minori. Nel 2024 però ancora una legge in materia non esiste.

Fonte: Il Sole 24 Ore