In famiglia un caso su tre di coming out viene accolto con violenza

In Italia fare coming out può causare isolamento sul luogo di lavoro per una persona su tre, secondo l’indagine Istat sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone Lgbtq+ condotta nel 2023. Ma in famiglia non va meglio: in questo caso il coming out ha determinato una risposta violenta da parte dei parenti nel 32,3% del totale dei casi seguiti in Gay Help Line. Il 27% delle vittime sono minori dagli 11 ai 18 anni. La violenza familiare sui minori ha una frequenza elevata (il 26,7% dei casi post coming out) e preoccupa per le sue forme e conseguenze: il rifiuto da parte dei genitori innesca un’escalation che prevede gli insulti, la pressione psicologica e il ricatto agito attraverso la richiesta di “convertirsi” se non si vuole essere cacciati di casa.

Eppure, tornando al report dell’Istat, la famiglia è l’ambito che ricopre un ruolo importante nel supportare chi affronta un percorso di consapevolezza, che trova nel coming out una delle tappe finali dell’affermazione di sé. E spesso proprio i genitori si considerano impreparati ad accogliere la storia dei loro figli. Dal 1993 Agedo, associazione di genitori, parenti, amiche e amici di persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, sta accanto ai genitori che hanno bisogno di condividere la propria esperienza, diventando negli anni un punto di riferimento sul territorio nazionale con 37 sedi. «Ti conosco quanto più tu conosci te stesso. I genitori temono che i figli Lgbtq+ possano vivere ai margini della società e i loro pregiudizi vengono spesso alimentati dalla polarizzazione politica che rende questo tema divisivo» osserva Donatella Siringo, presidente nazionale Agedo, che aggiunge: «Oggi siamo nel cuore dell’attacco ai diritti dei nostri ragazzi e ragazze: non esiste di fatto alcuna ‘teoria del gender’, esiste però la libertà di chi, raccontandosi a noi, ci regala un atto di fiducia». A partire dal 2015 Agedo ha accolto un numero sempre maggiore di genitori di giovani transgender e non binari, con una crescita degli accessi di under 16 fino al 40% nel 2023. Allo stesso tempo l’attività dell’associazione si svolge anche nelle scuole per fare formazione. «Proviamo a diffondere informazione nei nuclei familiari. Si pensi per esempio a chi sta affrontando un percorso di affermazione di genere e non sa come accedere ai servizi utili. Sul territorio nazionale non esistono linee guida omogenee: Agedo funziona quindi da appoggio su tutti i versanti, da quello emotivo, psicologico e sanitario. Il nostro obiettivo è fare cultura sul tema – conclude la presidente Siringo – nelle scuole è importante affermare la ‘carriera alias’ per ammettere il diritto delle persone transgender a essere riconosciute con l’identità che sentono propria, evitando che fenomeni di bullismo li portino all’abbandono scolastico».

Fonte: Il Sole 24 Ore