Tour de France, sul Galibier Pogacar fa il botto ma Vingegaard non molla

Avevamo dei dubbi? No, che non li avevamo. A dar vincente Tadej Pogacar, soprattutto quando si presenta una cima storica come il Galibier, non si sbaglia mai. Lo sloveno è così: una inesorabile macchina da primati, un’insaziabile divoratore di record e imprese. Dagli scaffali della Grande Boucle, come ai grandi magazzini, prende tutto: vittoria di tappa e maglia gialla. Chapeau!

Questa volta, nella quarta tappa del Tour rientrato dall’Italia, la stoccata più attesa la sferra a quasi un chilometro dalla vetta, con una delle sue rasoiate che non lasciano scampo agli avversari. Prima nella lunga ascesa erano stati i suoi sherpa, Joao Almeida e Juan Ayuso, a cuocere a fuoco lento il gruppo dei migliori. Poi, quando la pentola ha cominciato a bollire, Pogacar ha preso il largo riuscendo a staccare anche il suo eterno rivale, il danese Jonas Vingegaard, vincitore degli ultimi due Tour ma non ancora al top della condizione a causa di una disastrosa caduta tre mesi fa ai Paesi Baschi.

Vingegaard, pur meno brillante di Pogacar, ha resistito fino alla vetta perdendo poi diversi secondi nella picchiata verso il traguardo di Valloire. Mentre lo sloveno, alla sua 78esima vittoria in carriera, andava già come un falco sulla preda rischiando forse anche più del necessario, il danese, molto più prudente, veniva raggiunto dai più diretti inseguitori che, inglobandolo, arrivavano al traguardo con circa mezzo minuto di distacco da Pogacar, di nuovo maglia gialla, dopo averla già vestita nella seconda tappa di Bologna.

Un duro attacco, quello di Tadej, che ha già dato una prima scrematura alla classifica perchè lo sloveno, guadagnando altri 18” d’abbuono, ora guida la classifica con una cinquantina di secondi di vantaggio sugli altri rivali. Secondo al traguardo è stato il belga Evenepoel, seguito da Ayuso, Roglic (quarto) e Vingegaard quinto a 37”.

Che dire? Intanto che Pogacar, dopo aver dominato il Giro d’Italia (6 tappe, 20 giorni in maglia rosa), va ancora come un treno. Un treno lanciatissimo verso la famosa doppietta Giro-Tour che, dopo Marco Pantani (1998) nessuno è più riuscito a centrare. Al momento non c’è dubbio, è il più esplosivo. La reazione di Vingegaard è stata però di tutto rispetto. Fino a 500 metri dalla vetta del Galibier, il danese ha tenuto botta. Ha poi ceduto quando la nuova maglia gialla ha dato un’ulteriore accelerazione scollinando con una decina di secondi di vantaggio sul rivale. Che ha poi perduto un’altro mezzo minuto nella discesa. Qui, in questo tratto, Jonas ha rivelato qualche incertezza. Ma comunque non è una disfatta. La strada è ancora lunga. E il danese, pedalando, ha la possibilità di migliorare la sua condizione.

Fonte: Il Sole 24 Ore