La cultura si lascia alle spalle la crisi Covid: raddoppia la partecipazione ai concerti, è record Art bonus

L’effetto traino della domanda straniera

Il settore è tornato a beneficiare anche del ritorno della domanda straniera; la cultura si conferma come il principale motore della domanda turistica internazionale, aumentata nel segmento del turismo culturale del 34,5% (viaggiatori stranieri nelle città d’arte) e di oltre il 40% in termini di spesa. Quello culturale rappresenta più del 50% del nostro mercato turistico, a conferma che la nostra economia turistica è in gran parte dipendente dalle risorse materiali e immateriali che compongono la ricchezza culturale del paese, arte, saperi, paesaggi, ambiente.

La voce culturale nei bilanci pubblici è costante o in aumento

Complessivamente positivo anche il quadro degli investimenti, dato non scontato per un settore che negli anni ha sempre sofferto per la scarsità delle risorse. Sul versante pubblico, in tutti i livelli amministrativi la voce culturale nei bilanci è costante o in aumento sia nell’anno, sia in confronto con il 2019: il bilancio del Mic poco sotto i 4 miliardi di euro, i Comuni superano i 2,3 miliardi, le Regioni appena sopra il miliardo di euro. In crescita anche il dato degli investimenti delle Province, 72 milioni di euro complessivamente, ma in calo del 15% sul 2019.

Art bonus: nel 2023 l’importo annuale e il numero di erogazioni più alto

Non si arresta, invece e anzi registra sempre nuovi traguardi, il sostegno privato alla cultura attraverso Art bonus . Lo strumento di coinvolgimento di imprese, cittadini e enti privati nel finanziamento del settore ad aprile 2024 aveva già superato la soglia dei 900 milioni di euro, mentre il 2023 è l’anno in cui si è raggiunto l’importo annuale e il numero di erogazioni più alto, oltre 121 milioni di euro.

Le distanze tra Centro Nord e Sud

Dall’indagine emerge una consolidata e “strutturale” differenziazione tra il Nord, o Centro-Nord del Paese e le regioni del Mezzogiorno. In tutti gli ambiti, con rare eccezioni, i livelli di fruizione culturale nelle Regioni del Sud sono circa la metà, se non un terzo, di quelle dei residenti nel Nord. Bastano pochi esempi: in Trentino Alto Adige i residenti che frequentano teatro, musei o concerti sono circa il 30-40% della popolazione, spostandosi in Calabria, Sicilia o Basilicata questi stessi valori oscillano tra il 15 e il 20%. Stessa situazione si rileva nel caso della spesa familiare in cultura: mentre tra il Centro e il Nord i valori sono molto vicini – 122,8 euro al Nord e 117,8 al Centro –, nelle Regioni del Mezzogiorno la spesa delle famiglie in cultura, 58,7 euro, è circa la metà di quella delle famiglie del Centro-Nord, sia in valori assoluti che in termini di incidenza sulla spesa familiare complessiva, e cresce tre-cinque volte meno che al Centro e al Nord.

Ampio divario nelle erogazioni culturali

Una minore partecipazione che si riflette anche in quella economica da parte cittadini, enti e imprese al sostegno della cultura: i dati Art bonus, ad esempio, descrivono chiaramente un ampio divario Nord-Sud nelle erogazioni culturali, con una concentrazione del 78% nelle regioni settentrionali e il Sud che riesce ad attrarre meno del 3% delle risorse.

Fonte: Il Sole 24 Ore