Azzone (Acri): «Fondazioni essenziali, più flessibilità sulle soglie nelle banche»

Un nuovo protocollo Mef-Acri, «per renderlo più flessibile» e adatto all’attuale contesto. Mandati «più lunghi» per i Presidenti delle Fondazioni. «Sì» al board allargato di Cdp. Così Giovanni Azzone dallo scorso febbraio presiede l’Acri, l’associazione che raccoglie le Fondazioni di origine bancaria, dove è salito in corsa dopo l’uscita anticipata di Francesco Profumo. Classe 1962, Azzone – rettore del Politecnico di Milano fino al 2016, dal 2023 è anche al vertice di Cariplo – ha davanti a sé un anno di mandato: un tempo ridotto, in cui però si è proposto di fare cose importanti, dalla “manutenzione” del Protocollo Mef-Acri alla messa a punto delle soluzioni per le Fondazioni più fragili. In questa intervista al Sole 24Ore spiega quali sono i prossimi passi.

Da subito si è posto obiettivi di peso. A che punto siamo?

All’interno di un mandato che per definizione è breve, e che è di “messa in ordine”, ci siamo posti come obiettivo di coinvolgere anzitutto tutti i presidenti delle Fondazioni, e a cascata i loro organi, e poi di trovare modalità di trasferimento delle esperienze tra le varie Fondazioni, per trovare soluzioni opportune per l’intero sistema.

Trovare soluzioni funzionali a tutte le Fondazioni, che hanno tagli diversi, non è scontato. Come contate di riuscirci?

Il bello dell’Acri è che siamo eterogenei ma possiamo creare valore per tutti. Non possiamo essere noi Enti grandi a decidere che cosa sia giusto per i piccoli. Però ci sono due fronti su cui si può lavorare tutti insieme.

Fonte: Il Sole 24 Ore