Venezia, arrestato assessore: corruzione, riciclaggio e falsa fatturazione. Indagato anche il sindaco Brugnaro

A dieci anni dall’inchiesta del Mose che spazzò via una classe dirigente, a Venezia c’è una nuova tempesta giudiziaria,

Nella mattinata, con le accuse di corruzione, riciclaggio e falsa fatturazione, è scattata la custodia cautelare in carcere per 18 persone, tra cui l’assessore del Comune di Venezia Renato Boraso. Sono indagate nell’ambito di una indagine su appalti e pubblica amministrazione.

Al centro dell’indagine ci sono infatti i rapporti dell’amministrazione comunale con l’imprenditore di Singapore Chiat Kwong Ching, all’epoca in cui Boraso era assessore al Patrimonio: una delle accuse è quella di aver svenduto palazzo Poerio Papadopoli all’imprenditore per 10 milioni di euro, quando il suo valore stimato era di 14. Secondo gli investigatori, per l’operazione l’assessore si sarebbe fatto pagare circa 73mila euro tramite false consulenze. Oltre al sindaco Brugnaro (per la questione dello sviluppo dell’area dei Pili), sono indagati anche il suo capo di gabinetto e direttore generale del Comune Morris Ceron e il vicecapo di gabinetto Derek Donadini, il direttore generale di Actv Avm (trasporti) Giovanni Seno (anche per lui era stato chiesto l’arresto respinto dal Gip), e Luis Lotti, il manager italiano dell’imprenditore di Singapore. Ammonta a 2 milioni di euro la somma sottoposta a sequestro preventivo.

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, destinatario di un avviso di garanzia, ha fatto sapere di essere «esterrefatto. In cuor mio e in coscienza, so di aver sempre svolto e di continuare a svolgere l’incarico di sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici. Ovviamente, sono e resto a disposizione della magistratura per chiarire tutte queste questioni», spiega in una nota.

Le accuse

I militari della Guardia di Finanza di Venezia, su delega della Procura veneta hanno eseguito perquisizioni e l’applicazione di misure cautelari. Risultano coinvolti amministratori, pubblici funzionari e imprenditori. I reati contestati all’assessore alla Mobilità del Comune di Venezia Renato Boraso sono legati a un’indagine nata nel 2021 sulla scorta di un esposto relativo all’uso di alcuni terreni della periferia di Venezia. Secondo quanto riferito dal procuratore capo Bruno Cherchi, dopo la segnalazione, le indagini sono scattate nel 2022, mentre l’attività delittuosa sarebbe proseguita fino ad oggi nonostante Boraso fosse venuto a conoscenza degli accertamenti in corso.

Fonte: Il Sole 24 Ore