India, la start up miliardaria Byju cade (per colpa del cricket)

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – La pandemia ha cambiato molte cose. Alcune per sempre, pensiamo allo smart working. Altre solo per il tempo necessario a sconfiggere il Covid e tornare e vivere. In questa seconda categoria cade il mondo dello scuola. Lo confermano i deficit di apprendimento accumulati nonostante la didattica a distanza, felicemente abbandonata non solo da un corpo docente poco avvezzo a Zoom, ma anche da schiere di nativi digitali ansiosi di tornare tra i banchi.

La parabola

E lo conferma anche la parabola di Byju, fino a pochi anni fa la regina delle startup tecnologiche indiane, da martedì una società decapitata e messa in amministrazione controllata. La vicenda di Byju è legata alla stagione dei lockdown perché si tratta di una edtech, ovvero di una società che mette la tecnologia al servizio dell’educazione a distanza. Nata prima del Covid da un’intuizione del suo fondatore Byju Raveendran, durante la pandemia ha fatto letteralmente il botto, attirando investitori da tutto il mondo e arrivando a valore fino a 22 miliardi di dollari.

Gli investitori top

Tra chi ha puntato su Byju (a chi non piace l’idea di una società IT indiana che rivoluziona il mondo dell’educazione in un Paese con un sistema scolastico disastrato?) ci sono nomi piuttosto altisonanti del mondo della finanza e del tech. Si va dalla Chan-Zuckerberg Initiative del fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, a Tiger Global Management, fino al colosso del private equity Silver Lake Management e a Prosus che lo scorso giugno ha gettato la spugna e svalutato a zero dollari la propria quota del 9,6% nella società.

La caduta di Byju è dipesa in parte dal ritorno alla normalità post pandemia e in parte a una serie di acquisizioni fatto quando il suo modello di business – tecnologico, democratico e un po’ utopico – sembrava inarrestabile. Quando banchi e lavagne sono tornate al centro dei processi di apprendimento dei ragazzi, i debiti contratti per crescere hanno iniziato a zavorrare la società che oggi viene valutata circa un decimo rispetto ai massimi di qualche anno fa.

Fonte: Il Sole 24 Ore