Valpolicella «batte» Amarone, Ripasso e Recioto. E insieme valgono 600 milioni l’anno

Un fatturato da 600 milioni l’anno prodotto a partire da 8.617 ettari di vigneti, grazie al lavoro di 2.200 viticoltori a cui si aggiungono 316 imbottigliatori e 6 cantine sociali, che nel 2023 hanno significato oltre 61 milioni di bottiglie, per il 60% destinate all’export in 87 Paesi del mondo. Sono i numeri di Valpolicella, Valpolicella Ripasso, Amarone e Recioto presentati dal Consorzio Vini Valpolicella nell’ambito dell’evento “Venezia Superiore” alla Loggia maggiore della Pescheria di Rialto.

Il dossier di 40 pagine, che fotografa l’evoluzione del vigneto in Valpolicella dal 1972 e quella produttiva dal 2005, accende un faro sul valore di un territorio enologico che contribuisce a sostenere l’economia del settore in un periodo in cui i vini rossi più strutturati con una gradazione “importante” sembrano in difficoltà sul mercato rispetto alla freschezza e alla leggerezza dei bianchi (o di rossi più “leggeri”).

Non a caso infatti il Valpolicella (il “meno impegnativo” dei vini del consorzio veneto) si sta rivelando il vino di tendenza della denominazione veronese anche sui mercati internazionali che valgono il 61% delle vendite, con Canada (39%) e Usa (15%) in testa alla classifica dell’export. Nel primo semestre di quest’anno il Valpolicella – «che si candida a conquistare i giovani winelover della generazione meno incline al consumo di vino di sempre», come dicono dal Conosrzio – ha raggiunto una produzione di quasi 9,5milioni di bottiglie (+0,4% rispetto allo stesso periodo del 2023 rispetto al rallentamento dei “colleghi nobili” come l’Amarone), un dato sostanzialmente in linea con quello pre-pandemico del 2019.

«Lo studio edito dal Consorzio – ha commentato il presidente dell’ente di tutela, Christian Marchesini – ha l’obiettivo di seguire e aggiornare il progresso e il cambiamento della denominazione. In un momento sfidante come quello attuale, soprattutto per i vini rossi, è importante infatti monitorare non solo i mercati ma anche la capacità di risposta e di adattamento del territorio e dei produttori. In questo contesto il dossier è uno strumento strategico di analisi e di lettura delle tendenze, a partire da quella che coinvolge proprio il vino di territorio per antonomasia, il Valpolicella Superiore, che grazie alla sua versatilità sta scalando nuove quote di mercato».

Fonte: Il Sole 24 Ore