Treminalisti critici sugli effetti dell’autonomia differenziata nei porti

I terminalisti e il cluster del mare guardano con perplessità e aperta critica agli effetti che l’autonomia differenziata, appena varata dal Governo, potrà causare all’efficienza dei porti e all’economia blu. E, anche in tema di governance degli scali marittimi, gli operatori frenano su eventuali cambiamenti troppo drastici della legge sui porti 84/94, mentre chiedono una revisione delle regole concessorie, che consenta alle imprese di lavorare meglio. Riforma della norma sì – dicono – ma senza snaturarne i contenuti.

È quanto emerge dall’assemblea pubblica di Assiterminal, l’associazione che raggruppa 88 aziende che operano in 32 porti, nella logistica e nella mobilità delle persone. Una compagine che conta quasi 5mila lavoratori e copre il 70% circa del traffico container movimentato negli scali gateway, il 90% di quello crocieristico e dell’import-export dell’automotive nonché il 50% delle Autostrade del mare.

Nuovo presidente

Ieri, 16 luglio 2024, nel corso dell’assemblea privata, Tomaso Cognolato, ad del Terminal crociere di Napoli, è stato eletto all’unanimità nuovo presidente dell’associazione per il prossimo biennio. Sarà affiancato, all’interno del neocostituito consiglio di presidenza, dal past president Luca Becce, da Antonio Barbara, da Antonio Pandolfo, da Luca Trevisan e da Carlo Merli.

I terminalisti, ha detto, Mario Zanetti, delegato del presidente di Confindustria per l’Economia del mare e presidente Confitarma, «svolgono un ruolo centrale nella gestione della logistica portuale e della mobilità delle persone e la loro efficienza ed efficacia è uno degli elementi determinanti per la competitività dell’intera filiera dell’economia del mare. La transizione green, tra l’altro, li vede impiegati tutti i settori». Assiterminal, ha aggiunto, è importante «per il lavoro sulle infrastrutture e l’ammodernamento, dove necessario; per la creazione e lo sviluppo della rete di stakeholder locali che favorisca innovazione per la digitalizzazione dei processi e soluzioni sostenibili».

Porti al centro della blue economy

Conscio di questa responsabilità, il neopresidente Cognolato ha subito puntato il dito su alcune questioni considerate, dai terminalisti, essenziali. «I nostri porti – ha affermato – sono al centro della blue economy, totalizzando export per 253 miliardi di euro, import per 201 miliardi di euro e oltre 470 miliardi di tonnellate di merci l’anno. E le nostre aziende producono un valore complessivo di fatturato superiore al miliardo di euro per un valore economico complessivo che si avvicina ai 200 miliardi di euro».

Fonte: Il Sole 24 Ore