Ma Dio sta con Trump o con Biden? Ovvero dello Stato laico

«Grazie a tutti per i pensieri e le preghiere di ieri, perché è stato solo Dio a impedire che accadesse l’impensabile. Noi NON AVREMO PAURA, ma restiamo fermi nella nostra Fede e Resistenti di fronte alla Malvagità». Così sul suo Truth Social, Donald Trump apre il post sull’attentato al quale è scampato a Butler, pigra cittadina di una Pennsylvania mai uscita dalla crisi del carbone e dell’acciaio. Che sia stato perché «Ieri DIO ha protetto il presidente Trump», come ha detto lo speaker della Camera dei Deputati, Mike Johnson, o perché ci sia stato un «intervento divino», secondo il deputato Cory Mills, i toni religiosi dei commenti degli esponenti repubblicani si sposano alle veglie di preghiera per la salute di Trump sorte spontaneamente un po’ ovunque.

Richiamo agli evangelici e religiosità generica

Il richiamo a Dio non è una novità nel linguaggio politico statunitense. Appena il 6 luglio, Joe Biden aveva smentito la possibilità di rinunciare alla candidatura dicendo al giornalista della ABC George Stephanopoulos che «Se Dio Onnipotente scendesse giù e dicesse, “Joe, ritirati dalla gara”, mi chiamerei fuori. Ma Dio Onnipotente non si sta facendo vedere».

Negli Stati Uniti immaginati dai due candidati la religione ha però un ruolo molto diverso. Il messaggio di Trump è chiaramente rivolto alla destra religiosa in generale e in particolare agli evangelici, da sempre tra i più determinati nel sostenerlo. La battuta di Biden è una generica invocazione a un essere superiore, sganciata da una specifica confessione religiosa e con echi quasi da cabaret: «Dio è morto, Marx è morto e anch’io non mi sento tanto bene», per intenderci.

In questo senso, i due candidati chiamano Dio a garantire due cose molto diverse. Trump lo invoca per ricordare alla destra religiosa quanto ha già fatto per portare avanti le loro cause preferite e quanto farebbe ancora nell’eventuale secondo mandato. Se nel primo mandato l’obiettivo era stato l’aborto, la piattaforma elaborata dalla Heritage Foundation per il secondo comprende il divieto di fecondazione artificiale (ovviamente mirato alle coppie omosessuali) e addirittura l’auspicio del ritorno alla famiglia tradizionale con marito lavoratore e mogli casalinghe.

Biden, al contrario, porta avanti la separazione tra Stato e Chiesa che ha sempre caratterizzato la democrazia americana. La sua azione politica è sempre stata favorevole all’ampliamento dei diritti civili, tanto che in passato la parte più conservatrice dell’episcopato americano aveva parlato apertamente di negargli i sacramenti proprio per il suo sostegno al diritto all’aborto.

Fonte: Il Sole 24 Ore