Rai: «Risorse certe per il futuro» (e su canone e pubblicità fa sponda con Mediaset)

«La Rai è un’azienda di servizio pubblico, ma è anche una Spa che ha dei soci (ministero dell’Economia al 99,6% e Siae allo 0,4%, ndr) e che emette bond quotati, con 12mila dipendenti». Ergo: «Ha bisogno di risorse certe, non certo messe in discussione quotidianamente». Così l’ad Rai, Roberto Sergio, a Napoli per la presentazione dell’offerta televisiva per il prossimo autunno, aggiungendo: «Permettetemi di esprimere sincero apprezzamento per le dichiarazioni fatte da Pier Silvio Berlusconi a difesa degli interessi legittimi del Servizio pubblico».

Pollice verso alla proposta della Lega su canone e pubblicità

Segue, a stretto giro, la valutazione del direttore generale Giampaolo Rossi che definisce «illuminante» l’intervento dell’ad di Mfe, Pier Silvio Berlusconi. Il quale, tanto per chiarezza, nella sua serata di presentazione dei palinsesti Mediaset aveva definito «un pasticcio» la proposta della Lega. Aggiungendo poi la parte oggetto del riferimento di Rossi quando ha sostenuto che «il servizio pubblico è importante che ci sia e questo (Rai senza canone e con più pubblicità, ndr.) distruggerebbe il mercato». Per Rossi «Rai e Mediaset sono due pilastri, anche se giocano partite differenti» e «nessuno può avere interesse a indebolire Rai e Mediaset: significherebbe indebolire un’intera filiera industriale nazionale».

Alti dirigenti Rai provano a fare due conti a margine della conferenza. E quindi, con l’aumento di un punto per l’affollamento pubblicitario della Rai malcontato Potrebbero arrivare un centinaio di milioni in più di raccolta. Nel disegno di legge si parla di un’eliminazione del canone nei cinque anni. Il che vorrebbe dire attorno ai 350 milioni all’anno in meno considerando gli 1,7 miliardi di introiti da canone da utenze private (dato 2023).

Il canone da 90 a 70 euro (per il solo 2024)

Questo il feedback dalle parti di Viale Mazzini, dunque, a una proposta di legge che va a insistere sul rapporto fra canone e pubblicità peraltro in un anno che sul tema risorse da canone ha ancora da sciogliere un importante nodo. Il bilancio 2023 della Rai lo dice testualmente: «Il comma 19 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2023, n. 213 ha stabilito la riduzione della misura del canone ordinario da 90 a 70 euro per il solo anno 2024; il comma 20 del medesimo articolo ha previsto un’integrazione (pari a 430 milioni di euro per il 2024) del finanziamento destinato a Rai finalizzato al miglioramento della qualità del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale su tutto il territorio nazionale, nell’ambito delle iniziative previste dal Contratto di servizio, all’ammodernamento, sviluppo e gestione infrastrutturale delle reti e delle piattaforme distributive, nonché alla realizzazione delle produzioni interne, radiotelevisive e multimediali».

Investimenti e rinnovo contrattuale

La Rai in attesa di conoscere il suo futuro, sicuramente in termini di governance con il nuovo Cda, appare a Napoli, e tanto, comunque sospesa fra un passato glorioso, evidenziato con tanto di richiamo a volti e programmi del passato e un presente segnato dall’incertezza. Ad aggiungere evidenza a un’atmosfera che, soprattutto negli ultimi tempi si è surriscaldata, c’è il saluto dell’ad Sergio «alla neonata sigla sindacale Unirai».

Fonte: Il Sole 24 Ore