Dagli ospedali Usa maxi-commessa per i robot di Oppent

Business relativamente recente quello della robotica, per una società fondata nel 1960 dal padre di Alberto, Ettore Beretta, e cresciuta negli anni grazie alla logistica della “old economy”, nastri trasportatori e soprattutto posta pneumatica (Oppent è appunto l’acronimo di Organizzazione Posta Pneumatica e Nastri Trasportatori), attività dirette ad esempio ai clienti della grande distribuzione, per il trasferimento interno del denaro di supermercati e ipermercati.

Nel 2013 la prima consegna nella robotica, all’Ospedale di Garbagnate, primo esperimento di automazione in corsia a cui sono seguite molte altre applicazioni: oggi il sistema di Oppent è presente in 30 paesi in 106 diverse location, 60 negli ospedali e 46 nelle industrie, per un totale di 450 mobile robot già installati e funzionanti nel mondo.

Le ultime commesse, le maggiori della storia per la Pmi, arrivano da quattro ospedali tra Usa e Canada, le principali dall’Ohio State Wexner Medical Center di Columbus e dall’Indiana University School of Medicine di Indianapolis, strutture che al termine dell’operazione diverranno quelle in possesso della flotta di veicoli automatizzati più ampia al mondo.

«Nel complesso abbiamo ordini per 65 milioni. Anzi no – si corregge Beretta – perché con i quattro milioni della scorsa settimana ad essere precisi arriviamo a 69». Crescita che si traduce nella necessità di scalare verso l’alto la produzione, passata dai 200 robot realizzati lo scorso anno ai 270 previsti per il 2024, con una richiesta vista in aumento per oggetti hi-tech che a seconda delle specifiche possono arrivare a costare anche 120mila euro al pezzo.

«Alla luce di questo trend – spiega Beretta – ci stiamo attrezzando per poter gestire questa nuova domanda in arrivo. Sei anni fa la nostra produzione si sviluppava in un’area di 2mila metri, ora invece siamo passati a 6mila. Ma già stiamo lavorando per costruire un nuovo sito da 16mila metri: sulla base delle nostre previsioni entro 4-5 anni puntiamo a raddoppiare la nostra produzione».

Fonte: Il Sole 24 Ore