Renzi vuole entrare nell’alleanza con Schlein e Conte. Ma il leader M5s chiude la porta

Nella foto dell’abbraccio tra lui ed Elly Schlein alla Partita del cuore c’è la nascita di un nuovo rapporto tra Iv e Pd. Ma anche la caduta dei veti messi sul M5s di Conte. La nuova linea di Matteo Renzi emerge chiara nell’intervista al Corriere della Sera e poi nella sua Enews. «Il Pd di Schlein ha detto: vogliamo costruire l’alternativa e per farlo non mettiamo veti. Questo significa che cade il veto che su di noi era stato messo nel 2022. Ma anche noi abbiamo un obbligo, non possiamo mettere veti sugli altri, a cominciare dai Cinque Stelle. Il no ai veti non può che essere reciproco». Così il leader di Iv al Corriere.

Renzi: unica possibilità anti-Meloni è il centrosinistra

E ancora: «Una alleanza con Schlein, Conte e gli altri non solo è possibile ma è anche l’unica alternativa per evitare che ci teniamo per lustri Giorgia Meloni con sorelle, cognati e compagnia cantante. La maggioranza è divisa su tutto, però sta insieme grazie al potere, senza pudore. L’alternativa è semplice: subire o reagire. Per reagire va costruita l’alternativa, dichiarando chiusa la stagione dei veti e mettendo insieme i voti». Ecco perché va costruito un centrosinistra capace di «un patto di governo puntuale, sui temi programmatici»

Nessuno spazio per un terzo polo autonomo

Insomma, dopo il naufragio del progetto politico del Terzo polo per le note divergenze “caratteriali” e di ambizione di leadership tra Renzi e il leader di Azione Carlo Calenda, l’ex premier ha tirato le sue conclusioni politiche: in un sistema che è ridiventato bipolare, visto che il ridimensionamento del M5s alle europee (9,9% a fronte del più del 24% preso dal Pd) costringe Giuseppe Conte a restare ancorato alla barca dem, lo spazio per un polo liberaldemocratico che sia alternativo al centrodestra e al centrosinistra non c’è. Lo testimonia il risultato delle elezioni europee, con i due partiti centristi di Renzi (con +Europa) e Calenda che non hanno superato la soglia di sbarramento del 4 per cento. E poichè Renzi da ex segretario del Pd non ha mai preso in considerazione l’ipotesi di unirsi al centrodestra, non resta che una strada: la coalizione con il Pd. «Non vedo spazi per un terzo polo anche alla luce delle inspiegabili divisioni, figlie di risentimenti e prive di elementi politici. Divisioni che noi con generosità abbiamo cercato di ricucire, anche accettando l’appello di Emma Bonino, a differenza di altri» ha scritto Renzi nella sua eNews.

Conte a Renzi: la politica per noi è una cosa seria

 Resta per ora la porta chiusa di Conte, che non ha dimenticato la caduta del suo governo favorita da Renzi per portare Mario Draghi a palazzo Chigi. «Renzi fino ad ora si è vantato di aver mandato a casa il governo Conte in piena pandemia, e oggi dice che Conte è assolutamente un suo interlocutore privilegiato? Beh, la politica per noi è una cosa seria» ha chiosato il leader del M5s Giuseppe Conte, arrivando all’assemblea nazionale di Coldiretti.

Fonte: Il Sole 24 Ore