Ue, Lega e Forza Italia ai ferri corti. Tajani: «Noi influenti». Alle viste la partita del commissario

Anche se secondo Giorgia Meloni «tutte le posizioni espresse in Europa» dagli alleati «rafforzano il nostro governo», quanto accaduto a Strasburgo fa da sfondo alla guerra di nervi continua tra Lega e Forza Italia. A mezzo stampa il leader azzurro Antonio Tajani torna a definire «puerile» l’idea che l’influenza politica di una formazione dipenda «da chi fra gli altri vota il tuo candidato, perché von der Leyen era la candidata del Ppe del quale noi siamo componente fondamentale». È la replica, reiterata, agli attacchi del Carroccio sul voto in Ue. «Sarebbe come se io dicessi che Salvini ha votato con Salis, Rackete, Fratoianni e Conte». Con parole assai poco concilianti. «Mi attengo ai fatti: noi siamo influenti nella governance Ue, i Patrioti sono ininfluenti». Fuori dai confini è alle viste la nuova, cruciale, trattativa europea che dovrebbe entrare nel vivo già la prossima settimana. Le aspettative dell’Italia ruotano intorno a deleghe di peso che comprendono economia, industria, competitività o coesione.

Meloni rivendica le scelte nell’Ue

Ha rivendicato il no di FdI all’Ursula-bis parlando di una «scelta di coerenza» ma assicurando che la posizione del partito che presiede «non ha nulla a che fare con il ruolo dell’Italia, che non è dato dalle scelte dei partiti della maggioranza in Parlamento, ma dal suo peso all’interno dell’Unione europea e dalla credibilità» del suo esecutivo. Chiusa la vicenda della riconferma di von der Leyen alla presidenza della Commissione europea, la premier Giorgia Meloni sottolinea di essersi comportata «come si dovrebbe comportare un leader europeo» perché «credo sia mio dovere dire quando penso che le cose non funzioneranno, anziché mettere la polvere sotto il tappeto». «Il nostro compito – ha ricordato nel corso di una intervista al Corriere della Sera – è contribuire a tracciare una rotta, non assistere in silenzio a cosa accade».

La prossima partita del commissario

Il voto negativo degli eurodeputati di via della Scrofa comunque – è convinta Meloni – non inciderà nella trattativa sull’asse Roma-Bruxelles per le deleghe che rivendica per il commissario italiano. Si dovranno fare i nomi di un uomo e una donna: il primo sarà con buona probabilità il ministro Raffaele Fitto sui cui Palazzo Chigi punta con decisione, mentre la seconda (puramente formale) potrebbe essere una rappresentate della società civile.

Fonte: Il Sole 24 Ore