Ciciliano, chi è il nuovo capo della Protezione civile: dal Covid a Caivano

Parafrasando Elly Schlein, lo avevamo visto arrivare. Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia di Stato, esperto in medicina delle catastrofi, è l’uomo scelto dal Governo Meloni per sostituire Fabrizio Curcio alla guida del dipartimento della Protezione civile della presidenza del Consiglio. Un cambio al vertice comunicato al Consiglio dei ministri di lunedì scorso dal ministro competente, Nello Musumeci, non senza generare tensioni. Dentro e fuori da Palazzo Chigi.

Non è un nome nuovo, quello di Ciciliano. Classe 1972, è napoletano e legatissimo alla sua città, dove ha studiato, si è laureato in medicina e specializzato in chirurgia, per poi cimentarsi in scienze delle Pubbliche amministrazioni all’Università di Catania e conseguire due master: in gestione delle imprese e della società (all’ateneo Pegaso del capoluogo campano) e in difesa da armi nucleari, radiologiche, chimiche e biologiche (alla Sapienza di Roma).

Le prime missioni e la gestione dell’immigrazione

L’avventura nella gestione delle emergenze comincia prestissimo: alla fine degli anni Novanta partecipa alle missioni di soccorso post terremoto a Colfiorito, in Umbria, e post alluvione in Campania, tra Sarno e Quindici. All’inizio degli anni Duemila gestisce gli interventi della Croce rossa a San Valentino Torio (Salerno) per il crollo di uno stabile, a Soverato dopo l’esondazione del fiume Beltrame e a Marigliano per il centro di accoglienza allestito per i profughi del Kosovo. Nel 2008 e 2009 assume la direzione generale del Cie di Ponte Galeria a Roma, nel 2010 lavora con Guido Bertolaso, nominato dall’allora premier Silvio Berlusconi sottosegretario all’emergenza rifiuti in Campania, e nel 2011 viene nominato dal Governo commissario delegato per l’emergenza immigrazione dal Nordafrica.

Le congratulazioni di Bertolaso: «Era ora!»

Proprio Bertolaso è stato uno dei primi a congratularsi con Ciciliano per la scalata al vertice della Protezione civile. «Era ora!», ha scritto su Facebook l’attuale assessore regionale al Welfare in Lombardia, senza minimamente nascondere l’entusiasmo per il passaggio di testimone e anzi esplicitando le aspettative: «Vediamo se adesso una struttura essenziale per la Nazione tornerà ad occuparsi dei mille problemi del Paese mettendoci faccia, cuore e cervello, assumendosi tutte le responsabilità e coinvolgendo in pieno quelle risorse umane straordinarie, vera anima della Protezione civile sognata e voluta da Giuseppe Zamberletti».

Dall’Iran ad Haiti, le esperienze all’estero

Cominciano negli stessi anni le missioni internazionali, inframmezzate con gli interventi per i grandi terremoti dell’Aquila nel 2009 e del Centro-Nord nel 2012: Ciciliano lavora in India, Iran, Benin, e poi ad Haiti come coordinatore della funzione sanità della Protezione civile dopo il devastante sisma del 2010 e la conseguente epidemia di colera. Nel 2011 è in Giappone, dopo lo tsunami e l’emergenza nucleare.

Fonte: Il Sole 24 Ore