Olimpiadi 2024, il giorno azzurro dell’oro e dell’ira
Parigi – Le lacrime di Odette Giuffrida, le parole infuocate (e di certo poco meditate) del presidente della Federboxe D’Ambrosi, le recriminazioni di Arianna Errigo; e pure Greg Paltrinieri che non le manda a dire a chi si ostina a pensare che l’inquinata Senna possa ospitare le gare di nuoto in acque libere. Il tutto in una giornata che se non con l’oro, ma almeno con l’argento e il bronzo in bocca (quelli arrivati dalla pistola 10 metri aria compressa) era iniziata, e che pure nel finale è stata riscattata e resa epica dall’immenso trionfo di Niccolò Martinenghi. Eppure, a conti (e proiezioni) quell’ipotetica quota 50 (o comunque ’meglio di Tokyo’, come più volte ribadito dal presidente del Coni Malago’) che è l’ottimistica ma per molti versi pure legittima aspettativa con cui si è arrivati qui in Francia, e adesso un po’ più lontana. Insomma, l’idillio tra il Team Italia e la Tour Eiffel sembra già essere svanito, lasciando spazio a polemiche e veleni che l’impresa del ranista varesino ha spinto solo in parte sullo sfondo.
Abbes out
Le parole più roboanti e dure sono quelle che il presidente della Federboxe Flavio D’Ambrosi consegna a un post social poco dopo la sorprendente (per modi e tempi) eliminazione della punta di diamante della nostra spedizione, il peso massimo Aziz Abbes Mouhiidine (due volte argento mondiale) al primo turno per mano dell’uzbeko Lazizbek Mullojonov. Ferito all’arcata sopracciliare da un movimento involontario dell’avversario con la testa, Mouhiidine sembrava aver condotto l’incontro ma il secondo round è stato valutato in maniera a dir poco discutibile dai giudici. Il verdetto è stato di 4-1 per l’avversario, con lo steso uzbeko che al momento dell’annuncio ha scosso la testata e fatto cenno di “no” con il dito. «Vergognatevi. Ancora una volta l’Italia è scippata. Pensavamo che il Cio tutelasse i pugili ed evitasse le nefandezze del passato. Niente, siamo alle solite. L’incontro dominato da Abbes e perso con un verdetto sciagurato dimostra che niente è cambiato. Ciò mi induce a fare serie riflessioni sulla mia ulteriore permanenza in questo mondo che ho amato e amo», ha tuonato il presidente Fpi Flavio D’Ambrosi, ex arbitro. Sfogo per molti versi comprensibile, ma fuori luogo per tempi e ruolo, senza dimenticare che il mondo che D’Ambrosi critica è lo stesso che appena pochi mesi fa ospitammo con tutti gli onori a Busto Arsizio per il torneo di qualificazione olimpica, e che agli occhi del Cio (e di tutti) continua a perdere credibilità a ogni match.
L’ira di Arianna e Odette
Rimpianti, polemiche e recriminazioni anche sulla pedana della scherma e sul tatami del judo. La porta bandiera azzurra Arianna Errigo che si è fermata ai quarti di finale di fioretto contro la statunitense Lauren Scruggs (poi argento) con il risultato di 15-14. E proprio la stoccata decisiva è stata contestata dall’italiana. Prima in pedana, chiedendo al giudice di andare a rivederla al video, poi a fine gara. «La stoccata era mia. Perdere per un errore arbitrale dispiace, anche se fa parte del mio sport. Però forse ho sbagliato io, prima, a farla arrivare fino al 14-14». Versione condivisa anche dal ct azzurro Stefano Cerioni, che ha preferito sottolineare comunque più il primo elemento (la sbagliata gestione dell’assalto da parte dell’azzurra) che le polemiche. Una delusione condivisa con la judoka Odette Giuffrida, fermata in semifinale dalla kosovara Distria Krasniq. L’italiana ha ricevuto terzo shido, un cartellino giallo, al golden score, per una grip avoidance – lo svincolo dalla presa – che la giudice ha assegnato contestualmente a entrambe, e che per Giuffrida è significato l’eliminazione. Stesso esito nella finalina per il bronzo (arbitrata singolarmente sempre dalla romena Babiuc), dove Giuffrida (che ha così mancato la terza medaglia olimpica consecutiva, dopo l’argento di Rio2016 e il bronzo a Tokyo2020) ha subito un altro ko per 10-0 contro la brasiliana Pimenta, che pure ha poi stretto in un commovente abbraccio a fine match. «L’arbitraggio? Anche nella finale l’ultimo shido era dubbio. Con questo arbitro un giorno prenderò un caffè e le chiederò che problemi ha con me. Va avanti da tanto. Quando vedo che sale lei, già so che devo fare qualcosa in più di quello che basterebbe. Non ha molta simpatia per me», ha dichiarato Odette tra le lacrime nel dopogara.
La stoccata di Malagò
All’incontro ha assistito anche il presidente del Coni Giovanni Malagò: «Onestamente dire che fa riflettere è dir poco; ho visto la semifinale e finale per il bronzo col presidente Falcone e il segretario generale Benucci, persone competenti ed equilibrate – ha aggiunto -. La cosa che ci ha sorpreso è che lo stesso arbitro della semifinale persa da Giuffrida lo hanno rimandato alla finalina: credo che questo si commenti da solo». Parole che in un treno in corsa a folle velocità come i Giochi Olimpici difficilmente (purtroppo, vien da aggiungere) lasceranno il segno. Meglio concentrarsi nel rimpinguare la nostra cassaforte con altro metallo prezioso, memori del saggio motto che ha reso celebre un altro dei protagonisti in campo a Parigi, il ct del volley donne Julio Velasco: «Chi vince festeggia, chi perde spiega».
Fonte: Il Sole 24 Ore