Cosa sono i Gem personalizzati? Ecco le novità del modello di Ai gen di Google
Sono in arrivo importanti novità nel settore in continua evoluzione dell’intelligenza artificiale. Svelate in anteprima al Google I/O dello scorso maggio, la società di Mountain View introdurrà nei prossimi giorni interessanti funzionalità per Gemini: il chatbot sviluppato da Google, successore di Bard, basato sull’intelligenza artificiale generativa e sull’apprendimento automatico nonché rivale di altri modelli come ChatGPT o Copilot.
A breve, infatti, gli abbonati ai piani Advanced, Business ed Enterprise di Gemini avranno la possibilità di utilizzare i Gem: una nuova funzione che permette di personalizzare il chatbot generando veri e propri esperti di intelligenza artificiale su determinati argomenti a scelta dell’utente che potranno essere perfezionati a seconda degli obiettivi da raggiungere.
Da una sessione di brainstorming alla stesura del testo per un post da pubblicare sui social network, utilizzando i Gem si potranno creare team di entità virtuali in grado di svolgere tutto questo in maniera automatica: basterà fornire delle istruzioni, assegnare un nome e iniziare a conversare per ottenere idee, consigli e molto altro. In aggiunta, il team di Google ha pensato di offrire ai suoi utenti una serie di assistenti predefiniti utili in diversi contesti: dal generatore di idee al coach per l’apprendimento o ancora, dal consulente di carriera al partner di programmazione con cui realizzare progetti e migliorare le skill di coding.
Accessibile da desktop e dispositivi mobili, la nuova funzione sarà gradualmente accessibile in oltre 150 Paesi -inclusa l’Italia – e nella maggior parte delle lingue.
Ma c’è altro sul fronte delle immagini. Google, infatti, lancerà a breve Imagen 3: il nuovo generatore di immagini su Gemini in grado di produrre contenuti a partire da comandi di poche parole e che consente di spaziare tra stili differenti restituendo persino dipinti ad olio o paesaggi fotorealistici. Ovviamente, rimane all’utente la possibilità di controllare il processo creativo pertanto se l’immagine prodotta non soddisfa le aspettative basterà indicare al bot le modifiche da apportare per ottenere una nuova immagine.
Fonte: Il Sole 24 Ore