Sira Industrie dà vita a Sirtec salvando gli impianti della ferrarese Tecopress

«Oggi è il primo giorno di scuola per Sirtec». Valerio Gruppioni, presidente e amministratore delegato della bolognese Sira Industrie smorza con questa frase l’incalzare di domande sul futuro della nuova società controllata al 100% in cui sono confluiti gli asset della ferrarese Tecopress, salvata lo scorso luglio, firmando con Regione e sindacati un accordo di rilancio, che vincola il gruppo bolognese all’affitto dell’azienda (da trasformare entro un anno in acquisto) con il riassorbimento di 70 dipendenti già da oggi per arrivare a reintegrare tutti gli organici (141 persone) «nel minor tempo possibile», assicura Gruppioni. Da vent’anni alla guida della multinazionale familiare di Pianoro nata 65 anni fa con il business dei radiatori e diventata un riferimento mondiale (il 90% dei 160 milioni di fatturato è export) nella pressofusione di alluminio per l’automotive e da un anno attiva anche nella produzione di minubus, con 700 dipendenti e nove siti produttivi tra Italia e Cina.

La pressofusione di alluminio

La newco Sirtec debutta oggi ufficialmente sul mercato e porta in dote mezzo secolo di esperienza e tecnologie all’avanguardia nella pressofusione targate Tecopress, concorrente diretto di Sira arrivato a fatturare 50 milioni di euro negli anni d’oro, ma in pesante crisi di mercato da inizio 2024, al punto da annunciare il dimezzamento degli organici a Dosso di Sant’Agostino, nel Ferrarese. «Il salvataggio dell’azienda è stato perorato dall’assessorato regionale allo Sviluppo economico e lavoro, ma al di là del valore collettivo rappresentato dalla salvaguardia di risorse umane e imprenditoriali del territorio emiliano, l’operazione è un tassello che ben si incastra con la strategia di sviluppo di Sira Industrie, il ritorno ai 50 milioni di fatturato è un obiettivo plausibile», assicura il presidente, che con coraggio sta investendo nella mobilità pubblica green, per compensare ombre e altalene che aleggiano sull’automotive e cavalcare la conversione da termico a elettrico, giocando già da leader nella pressofusione di alluminio e leghe leggere.

Il Piano Transizione 5.0

Tecopress, fonderia di pressocolata per la produzione di componentistica, vanta infatti uno stabilimento totalmente rinnovato dopo il sisma del 2012, «con tecnologie molto avanzate, macchinari di tonnellaggio superiore ai nostri e personale ben preparato e stiamo studiando nuovi investimenti da fare a Ferrara, anche sfruttando il Piano Transizione 5.0», anticipa il presidente di Sira Industrie. Che il prossimo novembre sarà a Rimini per IBE-Intermobility and Bus Expo, per presentare la prima gamma dei minibus elettrici sotto le 8 tonnellate costruiti nel quartier generale di Pianoro (dove è stata spostata la produzione della modenese Sitcar, rilevata a sua volta nel 2023 dall’asta al tribunale). Mentre sembra un capitolo chiuso e da non riaprire il possibile coinvolgimento del gruppo in una cordata con Maurizio Stirpe, Maurizio Marchesini e Nicola Benedetto per il salvataggio di Industria Italiana Autobus, che il 3 settembre sarà di nuovo protagonista al tavolo di crisi del Mise, mentre a Bologna ci saranno picchetti davanti allo stabilimento IIA per manifestare contro l’annunciato trasferimento di 70 lavoratori a Flumeri.

Fonte: Il Sole 24 Ore