“The Room Next Door” di Pedro Almodóvar è una gara di bravura tra attrici

Una gara di bravura in concorso alla Mostra di Venezia: impossibile dire chi sia la migliore tra Tilda Swinton e Julianne Moore, entrambe perfette e di straordinaria intensità in “The Room Next Door” di Pedro Almodóvar.

Tratto dal romanzo “What Are You Going Through” di Sigrid Nunez, si tratta del primo lungometraggio in lingua inglese per il grande regista spagnolo che, nonostante la trasferta produttiva, riprende molte delle tematiche che hanno reso riconoscibile il suo cinema in passato: il tema della complicità femminile, in primis, ma anche quello della maternità.

Al centro della storia ci sono Ingrid e Martha, due amiche di vecchia data che si ritrovano dopo tanti anni in una circostanza decisamente drammatica: una delle due, ormai malata da tempo, ha scelto di porre fine alla sua sofferenza e chiede all’altra di accompagnarla in questo percorso.

Non è (sol)tanto un film sull’eutanasia “The Room Next Door”, pellicola che si trasforma presto in un viaggio esistenziale che tocca passato, presente e… persino il futuro.

Con diversi riferimenti a “The Dead – Gente di Dublino”, magnifico film di John Huston del 1987 tratto dal romanzo di James Joyce, Almodóvar firma un lavoro toccante, che cresce alla distanza dopo un inizio un po’ macchinoso e vittima di troppi flashback.

Fonte: Il Sole 24 Ore