Affitti brevi, i gestori: «Bene la banca dati ma occorre intervenire sulle locazioni»

Lunga nota di Aigab, l’associazione dei gestori degli affitti brevi, nel giorno di avvio della riforma del settore con l’entrata in funzione della banca dati (Bdsr) e la richiesta del Codice identificativo nazionale. «Riteniamo la Bdsr – scrive il presidente Celani – un passo avanti per consentire allo Stato di misurare il numero di attività produttive nel mondo dell’ospitalità. Non ci dispiace che ci siano un Codice nazionale e un database unico a cui fare riferimento, anche se avremmo preferito che questo sostituisse e non si affiancasse a quelli regionali. In Italia abbiamo 20 normative regionali che continuano a definire nei dettagli (perfino nel numero delle forchette consentite in un appartamento) le caratteristiche per poter mettere online una casa».

Aigab respinge la politica di alcuni sindaci che continuano a invocare più poteri per limitare il mercato e che imputano agli affitti brevi, oltre allo spopolamento dei centri storici, anche il cosiddetto overtourism e l’aumento delle tariffe. E sollecita perciò «politiche pubbliche relative alla casa per giovani e fuori sede così come interventi sul contratto di affitto tradizionale 4+4 che ormai ha 40 anni e andrebbe aggiornato».

Gestione degli estintori complessa

«Non ci dispiace – precisa il comunicato Aigab – offrire alti requisiti di sicurezza agli ospiti, anche se la gestione degli estintori poteva (e potrebbe ancora, con un sussulto di buon senso) essere più semplice. Le nuove misure, tra rilevatori di fumi e di monossido ed estintori, introducono addirittura standard più elevati dell’alberghiero, visto che gli estintori sono gli stessi previsti per i luoghi di lavoro: richiedono una manutenzione semestrale, che un preposto abbia fatto un corso antincendio e tra contenuto e contenitore pesano circa 11 kg. Riteniamo si tratti di requisiti che renderanno molto oneroso essere a norma, alzando ulteriormente il costo e la complessità di gestione per le famiglie italiane».

Controlli incrociati sui Codici online

Aigab si sofferma anche sul tema delle false informazioni, che potrebbero riguardare anche il Cin indicato negli annunci online. «Ora è necessario che i Comuni, a cui sono demandati i controlli, si attivino per scovare coloro che promuovono online immobili senza Cin e li sanzionino. Per fare questo i controlli, devono partire dallo screening dei codici sui portali, incrociando i Cin con quelli presenti nella Bdsr. Diversamente, vorrebbe dire continuare a controllare chi è già in regola».
Aigab propone perciò che « i portali online ricevano il Cin direttamente dalla Bdsr per evitare che accada, come oggi con i codici regionali, che i furbi possano inserire nei portali dei codici fittizi potendo promuovere indisturbati i loro immobili. Le sanzioni sono estremamente importanti ma non bastano, in assenza di controlli, su chi ha sempre lavorato in modo sommerso».

Nuova politica degli affitti in Italia

L’associazione, costituita nel 2020 in rappresentanza di 500 operatori professionali del settore, conclude formulando una serie di proposte. «È importante che il Governo affronti il tema degli affitti in generale e a livello nazionale, dando una risposta ai sindaci di alcune città che ritengono gli affitti brevi la causa dello spopolamento dei centri storici e del caro affitti per studenti e lavoratori. Diciamo no a regolamenti comunali arbitrari e lesivi del diritto alla proprietà privata e alla concorrenza».
Per Aigab bisogna intervenire anche «modificando il desueto contratto di locazione 4+4, accorciando le tempistiche di locazione, prevedendo periodi più brevi, garantendo ai proprietari tempi di sgombero in caso di morosità più veloci, oppure finanziando un fondo di garanzia per supportare le famiglie bisognose».

Fonte: Il Sole 24 Ore