Tom Ford, nella scelta di Haider Ackermann pesano talento e visione (e non l’appeal mediatico)

Sarà un autunno di nomine ai vertici creativi di marchi in attesa di necessari cambi di direzione. L’inizio è propizio: l’annuncio dell’immediato arrivo di Haider Ackermann da Tom Ford rinfranca e fa ben sperare. Persino Tom Ford, il fondatore, avalla la scelta sottolineando le affinità con il creatore di origini colombiane. Per una volta, la scelta è stata operata non facendo il conteggio dei follower su Instagram o soppesando l’appeal mediatico del candidato, ma per pura valutazione di talento e visione.

Che un designer dello spessore di Ackermann, colorista rarefatto, strutturalista lirico sulle orme di Gianfranco Ferrè, creatore dalla magnifica verve drammatica e multiculturale, sia stato finora inattivo – se si esclude l’immaginifica couture di Jean Paul Gaultier a gennaio 2023 e, poco prima, uno stimolante progetto con Fila – è uno dei sintomi della malferma salute del sistema, del suo seguire stolte e perniciose strategie da mass market sdegnando ogni rischio. Ackermann ha gusto, punto di vista, senso dell’eleganza e mestiere, ed è capace di declinare le proprie idee, con identica intensità, al maschile e al femminile, con asciuttezza o barocchismo.

Da Tom Ford potrà portare una opulenza sfaccettata e complessa, ampliando lo spettro espressivo del marchio per deviare dalla infinita e asfittica ripetizione del già fatto. Il suo gusto per una mascolinità avventurosa e una femminilità volitiva meritano anch’essi attenzione, nell’ambito delle attuali riflessioni sul genere, mentre la capacità di giocare con palette sorprendenti e aristocratiche facilmente riverbererà nel beauty, che di Tom Ford è business trainante. Insomma, nonostante questa sia per ora tutta fantamoda, gli auspici sono fausti, e rendono l’attesa eccitante. La prima collezione, infatti, sfilerà a Parigi – non a Milano – a Marzo 2025.

Fonte: Il Sole 24 Ore