Il Tar Sicilia ferma la costruzione del telescopio Flyeye

Non è uno stop ma poco ci manca. In ogni caso gli ambientalisti segnano un punto a loro favore nella battaglia avviata contro la costruzione sul Monte Mufara, sulle Madonie in provincia di Palermo (nel territorio del comune di Isnello) del telescopio Flyeye dell’Esa per la difesa planetaria (destinato a individuare gli asteroidi minacciosi per la Terra). Il primo effetto riguarda proprio la posa della prima pietra del telescopio: fissata per venerdì 6 settembre alla presenza, tra gli altri, del ministro Adolfo Urso e del presidente della Regione siciliana Renato Schifani sarà rinviata. E si temono altri effetti a cascata dopo la sentenza della Prima sezione del Tar Sicilia di Palermo che ha accolto l’istanza di misure cautelari e urgenti presentata dalle associazioni ambientaliste e ha disposto la sospensione dei lavori in corso «in piena zona A di tutela integrale del parco delle Madonie» si legge in una nota di Club alpino italiano, Legambiente Sicilia, Lipu e Wwf Sicilia. Le associazioni avevano presentato istanza urgente dopo l’avvio lo scorso 27 agosto, «in assenza di alcuni pareri e autorizzazioni» dei lavori per la realizzazione delle opere: «sbancamenti del sito protetto, 3.540 metri cubi di volume edilizio, un edificio di altezza di oltre 13 metri fuori terra, una superficie di 800 metri quadrati, la realizzazione di una nuova strada carrozzabile per l’accesso sulla cima integra della montagna e un parcheggio a servizio dell’osservatorio».

A cosa serve il telescopio

Il telescopio Flyeye è la prima unità di una rete globale di telescopi per il monitoraggio degli oggetti vicini alla Terra (Near-Earth Objects, NEO) sviluppata dal Programma di Sicurezza Spaziale dell’Esa: i telescopi Flyeye scansionano continuamente il cielo durante la notte, identificando automaticamente i potenziali oggetti pericolosi vicini alla Terra, anche definiti Neo, permettendo così di fornire un avviso tempestivo in caso di potenziale pericolo. E sulle Madonie erano attesi anche Josef Aschbacher, direttore generale dell’Esa e Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia spaziale italiana,

La decisione del Tar

Il Tar ha accolto anche la richiesta istruttoria presentata dalle associazioni ambientaliste di acquisire una serie di documenti presso tutti gli enti interessati. Per Club alpino italiano, Legambiente Sicilia, Lipu e Wwf Sicilia, «la procedura sinora seguita è stata caratterizzata da forzature procedurali e mancato rispetto di alcune norme». Il Tar Sicilia ha ritenuto «meritevoli di approfondimento nella sede collegiale propria i numerosi profili di illegittimità dedotti avverso gli atti impugnati», considerando «prevalente l’interesse alla tutela ambientale del sito, in termini di mantenimento della sua attuale integrità nel breve lasso di tempo intercorrente sino alla trattazione camerale collegiale dell’istanza cautelare, rispetto ad un breve differimento della esecuzione dei lavori, ancora allo stato iniziale e per i quali non risulta in atti, per altro, una specifica urgenza». La camera di consiglio per la trattazione collegiale dell’istanza cautelare è stata fissata al prossimo 24 settembre.

La reazione di Urso

Pronta la reazione del ministro Urso: «Ci auguriamo che l’interesse strategico dell’osservatorio FlyEye venga riconosciuto dalla magistratura amministrativa siciliana nei tempi più brevi possibili – dice- , per evitare rischi di un ripensamento dell’Agenzia Spaziale europea sulla sede più adatta ad ospitare l’osservatorio, con inevitabili ripercussioni anche su altri progetti in corso di assegnazione al nostro Paese».

Il progetto, ritenuto di grande rilevanza internazionale, ha già registrato un vistoso ritardo nelle relative autorizzazioni locali, tale da spingere l’Agenzia Spaziale Europea a ipotizzare lo scorso anno lo spostamento verso un sito alternativo nelle Canarie, disponibile ad accoglierlo senza alcun problema.

Fonte: Il Sole 24 Ore