Oro, a trainare gli investimenti adesso sono Europa e Usa

La fame di oro comincia a saziarsi in Cina ma si risveglia in Occidente, offrendo un nuovo sostegno ai prezzi del lingotto, ieri tornati vicino a 2.520 dollari l’oncia sul mercato spot londinese, in rialzo dell’1% e non lontano dal record storico (5.31,60 $, toccati il 20 agosto).

Il passaggio del testimone sul fronte degli investimenti è confermato dal World Gold Council (Wgc), secondo cui la Cina ha smesso di accumulare oro anche attraverso gli Etf. Uno stop che si aggiunge al calo di consumi in gioielleria e alla pausa nell’accumulo di riserve auree: la banca centrale cinese è ferma da maggio, dopo aver fatto acquisti per 18 mesi di fila. Per gli Etf il cambio di rotta è arrivato in agosto, quando il patrimonio è sceso del 3,8% dopo otto mesi di flussi positivi: ci sono stati riscatti netti per 291,8 milioni di dollari, equivalenti a 90,2 tonnellate di oro.

Gli acquisti in occidente

Nei mercati di Europa e Nord America (i più grandi e maturi) gli acquisti sono invece proseguiti il mese scorso, confermando un’inversione di tendenza molto recente, cruciale per restituire linfa ad un segmento di domanda di cui l’oro aveva perso il sostegno per oltre due anni, in parallelo alle strette monetarie della Fed e di altre banche centrali. Ora il vento è cambiato. E l’attesa di imminenti tagli di interesse ha risvegliato l’attenzione per il lingotto degli investitori occidentali. È grazie a loro se il patrimonio degli Etf sul metallo è cresciuto a livello globale anche in agosto, per il quarto mese consecutivo (a 3.182 tonnellate , per un valore di 257,3 miliardi di dollari), registrando un incremento di 28,5 tonnellate (2,1 miliardi). Da inizio anno i flussi restano negativi per 44 tonnellate, ma la discontinuità è evidente: in Occidente non c’era mai stata tregua ai riscatti da luglio 2023 a maggio 2024.

In Nord America in agosto ci sono stati acquisti netti per il secondo mese di seguito (+1,4 miliardi), in Europa – dove i flussi sono positivi da maggio – il patrimonio è salito di altri 362 milioni. La spinta, nota il Wgc, è arrivata anche da strategie di copertura innescate dal rafforzamento dei cambi sul dollaro.

Le attese sulla Fed e l’indebolimento della valuta Usa sono la spiegazione più logica anche per il forte interesse speculativo attirato dall’oro al Comex: tra luglio e agosto le posizioni nette lunghe (all’acquisto) sono aumentate del 17%, arrivando a fine mese a 917 tonnellate, un record da febbraio 2020. Le scommesse rialziste – per un valore di 59 miliardi dollari – sono soprattutto in mano a hedge funds: la categoria dei Money Manager è andata “lunga” sull’oro per 737 tonnellate, +25% in un mese e il 71% in più rispetto alla media nel primo semestre, osserva il Wgc.

Fonte: Il Sole 24 Ore