Oreficeria, export a 6,6 miliardi in cinque mesi (+63,3%)

Mentre il settore moda-lusso nel suo complesso vive un momento di criticità, l’export di oreficeria e preziosi nei primi 5 mesi del 2024 ha messo a segno una crescita record: ha raggiunto i 6,6 miliardi di esportazioni, segnando un incremento del 63,3% in valore e del 15,6% in quantità. La fotografia arriva dalla sesta edizione dell’inchiesta congiunturale realizzata dal Club degli Orafi Italia, in collaborazione con il Research Department di Intesa Sanpaolo, presentata a VicenzaOro, la fiera dedicata all’oreficeria in partenza oggi a Vicenza.

A trainare le esportazioni è la Turchia, che ad oggi è il primo cliente dell’oreficeria italiana, dove l’export (incluso argento e bigiotteria) è stato pari a 2,6 miliardi. Il Paese, complice la nuova geografia commerciale plasmata dalle guerre e dalle tensioni geopolitiche, si è imposto come nuovo hub logistico e sul dato influiscono anche politiche di importazioni proprie del paese che risente di tensioni inflattive elevate. Tra gli altri mercati di riferimento si segnala la crescita delle esportazioni verso gli Emirati Arabi Uniti (+15,6%) e l’Irlanda (+16,2%); sostanzialmente stabili le vendite verso gli Stati Uniti (2,2%), Svizzera (-0,9%) e Francia (+1,9%).

«Il settore rappresenta un vero e proprio vanto per il nostro Paese, che può trarre ulteriori opportunità proprio grazie alle fiere, che mettono in contatto operatori qualificati con i nostri imprenditori: quest’anno Ice ha facilitato l’incontro con 1.100 buyer nel settore della gioielleria, mentre a Vicenzaoro abbiamo portato quasi 100 buyer sui 400 presenti», ha commentato Matteo Zoppas, presidente di Ice.

Il settore, nel complesso, ha un outlook positivo: i ricavi nel primo semestre mostrano un andamento dell’indice di fatturato in crescita del 4% a prezzi correnti, in controtendenza rispetto al calo del sistema moda (-8,4%). Secondo l’indagine, poi, un terzo degli operatori presi a campione prevede un incremento del fatturato con percentuali sostanzialmente allineate per classi dimensionali. «Ci aspettiamo, per la seconda metà dell’anno, un atteggiamento forse più cauto ma senza drastici cambi di rotta. Il vero nodo resta il timore per un possibile calo della domanda, preoccupazione condivisa dai due terzi degli imprenditori», ha detto Cristina Squarcialupi, presidente del Club degli Orafi.

Nonostante questi timori restano positive anche le intenzioni di investimento: il 29% del campione che dichiara investimenti in crescita rispetto al 2023.

Fonte: Il Sole 24 Ore