CO2, per il taglio del 50% nelle città entro il 2050 servono 271 miliardi

Un pacchetto d’investimenti da oltre 27o miliardi di euro entro il 2050 per rendere possibile il processo di decarbonizzazione e il miglioramento dell’efficienza e della qualità della vita nelle città italiane, attivando una serie di leve già oggi disponibili e dimezzando le emissioni delle città. È lo scenario che emerge dallo studio “Sostenibilità urbana. Decarbonizzazione, elettrificazione e innovazione: opportunità e soluzioni per città future-fit” realizzato da Teha Group con A2A e il contributo scientifico di ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), presentato il 6 settembre al Forum di Cernobbio da Roberto Tasca, presidente di A2A, Renato Mazzoncini, ad e dg dell’azienda, e Lorenzo Tavazzi, senior partner e board member di Teha, con l’intervento di Enrico Giovannini, co-fondatore e direttore scientifico di ASviS.

Il ruolo delle città

Perché la scommessa sulle città? Perché, da una parte, il futuro sarà irrimediabilmente urbano: la previsione è che entro il 2050 abiterà nelle città circa il 70% della popolazione mondiale. In Italia dall’attuale 72,6% si stima si arriverà all’81,1%, un trend che potrebbe portare a un aumento delle emissioni dei centri italiani del 18%. D’altra parte le città si confermano catalizzatori di innovazione e sostenibilità: nel nostro Paese, nei 112 comuni capoluogo oggetto dello studio – che coprono il 7% della superficie nazionale – abita il 30% della popolazione, si genera il 60% del Pil e si consuma il 29% del totale energetico. Si producono così economie “di densità”: minor consumo termico (-21% per unità di superficie) rispetto al resto del Paese, maggiori utenze allacciate per km alla rete elettrica (di quasi 5 volte) e di gas e acqua (di 3 volte), maggiore offerta (+47%) di trasporti pubblici, più piste ciclabili (+52%).

Le leve per la decarbonizzazione

La sfida è costruire su queste efficienze intrinseche il salto ulteriore: maggiore sostenibilità e insieme qualità della vita. Già ci sono città virtuose in questo senso, e lo studio le elenca: Milano, Brescia, Messina, Bergamo, Varese, Cremona, Cosenza. Hanno tutte in comune interventi e buone performance negli ambiti indicati come «leve tecnologiche e di servizio» che rappresentano le soluzioni già esistenti più efficienti, in termini di costo-beneficio, per la decarbonizzazione e per le quali gli operatori industriali possono fungere da abilitatori e partner nonché investitori diretti. Le azioni in questione: installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti, elettrificazione dei trasporti, diffusione di pompe di calore elettriche, crescita del teleriscaldamento, ottimizzazione dei servizi di gestione di acqua e rifiuti, sostituzione dei punti luce con illuminazione a Led, sviluppo del verde urbano, con l’aggiunta del necessario potenziamento della rete elettrica.

L’ipotesi di investimento di 10 miliardi all’anno fino al 2050 in questi settori, per complessivi circa 271 miliardi sommando tutti gli interventi, porterebbe a un taglio del 52% delle emissioni delle città, che passerebbero dagli attuali 62 milioni di tonnellate di CO2 a 30. Inoltre innalzerebbe del 20%, nel mix dei consumi, il peso di rinnovabili, elettricità e calore derivato, ora al 31%. La riqualificazione degli edifici, che secondo le stime dello studio richiederebbe ulteriori investimenti per circa 360 miliardi di euro, sempre al 2050, porterebbe a un risparmio di altri 5,1 milioni di tonnellate di CO2.

Gli investimenti

La maggior parte dell’impegno economico dovrebbe essere diretta verso il trasporto privato: circa 165 miliardi di euro, che corrispondono all’elettrificazione delle auto. Tra gli investimenti diretti degli operatori i

Fonte: Il Sole 24 Ore