L’intelligenza artificiale per abbattere costi e gestione delle materie prime

Fino a due anni fa ogni venerdì Marina Zani si ritagliava lo spazio per fare le sue previsioni sull’andamento dei mercati delle materie prime, alluminio e gas in primis, per valutare il momento ideale per acquistare ai minimi. Lo faceva sulla base dei criteri classici dell’analisi tecnica, così come le avevano insegnato all’università. Poi ha conosciuto Becky, quasi per caso: ne ha letto su una rivista tecnica un paio di anni fa, ha conosciuto Michele Grazioli, il fondatore di Vedrai, startup attiva nel mondo AI, e ha deciso di scommettere sugli algoritmi. Becky è un agente virtuale specializzato nella previsione degli andamenti dei mercati, quello che la direttrice e proprietaria della bresciana La Cibek faceva ogni venerdì.

«All’inizio provavo una diffidenza di fondo nei confronti di Becky, poi con l’andare del tempo ho verificato che le sue previsioni erano in linea con le evoluzioni del mercato: nell’arco dei due anni di adozione stimo un risparmio attorno al 5% sul prezzo d’acquisto. D’altra parte il formulone non poteva certo fare peggio di me! Lo considero come un potenziamento della conoscenza in chiave previsionale: mi risparmia di fare ogni settimana la mia analisi, ma non mi sostituisce, sono io a prendere la decisione su quando entrare nel mercato». Quello che chiama “formulone” è l’algoritmo che gli analisti di Vedrai hanno messo a punto per La Cibek: Zani non ha nessuna evidenza di come Becky ragioni per fare le sue previsioni, ma all’inizio si è confrontata con loro per adattarlo ai suoi mercati di riferimento. Becky ha una base enorme di dati su stock, quotazioni degli ultimi 10-15 anni, scenario macroeconomico e fattori che possono influenzarne l’andamento, tutti elementi che devono essere sintonizzati sul mercato specifico.

Per La Cibek, fondata nel 1968 dal padre Clio Zani a cui Marina è subentrata nel 2005, il prezzo d’acquisto dei materiali è un fattore fondamentale che influisce direttamente sulla redditività. L’azienda bresciana produce getti tecnici di pressofusione in alluminio fornendo pezzi specifici per l’automotive, elettrodomestici professionali, macchine agricole e per pulizia industriale. Ha una ventina di dipendenti e un fatturato 2023 attorno ai quattro milioni di euro, in flessione quest’anno sotto il peso della crisi in Germania, mercato che insieme alla Svizzera rappresenta poco meno della metà del fatturato. Il resto è coperto dall’Italia.

Becky ha rappresentato un investimento non indifferente per La Cibek, ma si è dimostrato efficace fin da subito: su due ordini da cento tonnellate di alluminio ha abilitato un risparmio del 6%, pari a circa 30mila euro. Nell’arco dei due anni l’efficienza stimata al 5% su acquisti totali per 1,2 milioni di euro l’anno ha permesso di rientrare dall’investimento, tanto che ora Zani sta rinegoziando un rinnovo di un contratto che finora ha dato buoni risultati. «È fondamentale – sottolinea – fidarsi dell’azienda che fornisce la soluzione di intelligenza artificiale, non fidarsi del primo che capita, e capire la logica della tecnologia integrandola nella propria visione strategica».

«Il vincolo principale dell’intelligenza artificiale – prosegue – è che, come per tutte le tecnologie, non fornisce soluzioni chiavi in mano: bisogna adattarla sulla base degli obiettivi e fare training alle persone per conseguire i risultati. Per i piccoli è un problema di costi, ma anche di tempo e competenze, con dipendenti che tendono a resistere al cambiamento». Proprio per questo da più di 25 anni alla Cibek due volte al mese si presenta un coach aziendale, che parla con tutti per supportare la condivisione dell’organizzazione del lavoro e degli obiettivi aziendali, affrontando in particolare la difficoltà del cambiamento e la fatica del nuovo.

Fonte: Il Sole 24 Ore