«Portiamo nel mondo l’inclusione vista a Parigi»
Parigi è una festa sotto la pioggia e tutto il mondo è qui. Luci, balli, musica travolgente, un’overdose di gioia. La cantante Santa interpreta Vivre pour le meilleur de Johnny Hallyday. E qui c’è proprio il meglio: gli atleti e le atlete (e i loro accompagnatori) della Paralimpiade che per dodici giorni hanno mostrato il meglio dello sport, record, medaglie, amarezze, quarti posti e la voglia di esserci. La rivoluzione paralimpica, auspicata da Tony Estanguet il 28 agosto, ora deve camminare nel mondo, nella società e gli atleti ne sono il migliore veicolo, ma anche ognuno di noi che si è fatto coinvolgere dalle loro prestazioni sportive.
Fischi per Macron
Il protocollo porta in scena il presidente Emmanuel Macron, coperto dai fischi di chi non ha gradito il nome del nuovo premier. Poi, inizia la sfilata delle 168 delegazioni aperta dalla Garde Répubblicaine, con l’Italia rappresentata da Domiziana Mecenate e Ndiaga Dieng, due giovanissimi che tornano a casa con due quarti posti e la certezza di essere il futuro del movimento.
Il mondo è qui, balla, canta e i braccialetti led di ogni spettatore creano una scenografia luminosa e colorata, che non si ferma un attimo. Lo stadio è un’onda sonora illuminata da 1.900 proiettori che creano giochi su giochi di luci, creati, come nella cerimonia di apertura, dal direttore artistico Thomas Jolly.
L’auspicio di Tony Estanguet
Dalla musica ai pensieri. Tony Estanguet, presidente del Comitato organizzatore francese sepolto dagli applausi, parla e arriva al cuore: «Ci sono incontri che ci toccano, ci trasformano e ci rendono migliori. Questi Giochi sono storie di tanti incontri che ci segneranno per la vita. Ci sogneremo per tutta la notte di voi che ci avete ispirati e resi fieri. I siti delle manifestazioni sono stati importanti ma i più importanti siete voi, atleti. È stata un’estate incredibile, indimenticabile, insostituibile, storica. Ogni emozione, ogni battito cardiaco ha contribuito a cambiare il modo in cui le persone guardano allo sport e alla disabilità. Grazie a voi, abbiamo visto come può essere una società inclusiva. Grazie a voi la rivoluzione paralimpica è lanciata e non si potrà tornare indietro. Voi lanciate un messaggio a tutti colori che sono disabili. Cari rivoluzionari paralimpici, cari amanti dei Giochi, in Francia e nel mondo. I Giochi di Parigi 2024 stanno finendo, ma il loro messaggio non svanisce stasera. Come gli atleti che ci hanno ispirato così tanto, come quelli che hanno spinto tutti i limiti per rendere questi Giochi un successo. Continuiamo a provarci, fallire e rialzarci. Continuiamo a farlo! Continuiamo a crederci! E soprattutto continuiamo a osare!». Ed è un boato lunghissimo per Estanguet e la Francia che ha così ben lavorato a questa manifestazione.
Il ringraziamento di Andrew Parsons
Anche Andrew Parsons, presidente dell’Ipc, ha toni entusiasti, e a ragione per quel che abbiamo visto e vissuto, venues piene e bellissime, tifo infinito: «Sono stati i più spettacolari Giochi paralimpici di sempre, dodici giorni gioiosi e indimenticabili. Questo è il party della rivoluzione paralimpica. Dobbiamo abbattere le barriere che esistono nella società. La diversità non dovrebbe dividerci. Dobbiamo incoraggiare il cambiamento e rendere questo pianeta un posto migliore. Le migliori eredità paralimpiche sono quelle che durano. Atleti paralimpici, sul palco più grande del mondo, le stelle siete state voi. Le vostre esibizioni hanno illuminato la città con luci accecanti. Siete arrivati qui pieni di speranza e ve ne andate da eroi. Per il Refugee Paralympic Team, il movimento paralimpico sarà per sempre la vostra casa. Purtroppo è giunto il momento per me di dichiarare chiusi i Giochi paralimpici del 2024 e invito gli atleti paralimpici a incontrarsi nuovamente nel 2028 a Los Angeles. Ti amiamo Parigi, grazie Francia!».
Fonte: Il Sole 24 Ore