Venghino venghino…chi non si esercita è perduto
Pensateci: quante volte vi siete chiesti se fosse più giusto usare “suo” o “proprio” in una determinata frase, rimanendo nell’incertezza? E un dubbio su come scrivere “tutt’ora”, chissà, “tuttora” vi perseguita. Per non dire di forme verbali non proprio immediate (il participio passato di “vertere”, “assurgere” o “irrompere”, a voler essere comprensivi) o di singolari e plurali che declinati all’inverso ci lasciano titubanti (quando si declinano).
Anche tralasciando la vasta gamma delle pronunce corrette (pésca se si intende il verbo pescare, pèsca se citiamo il frutto; rósa da rodere, ròsa per riferirsi al fiore), terreno per raffinati, le mille domande che si affacciano alla mente di chi ha a cuore l’italiano trovano risposte in questo volume curato dall’Accademia della Crusca. Con tanto di quiz, giochi, esercizi (alla fine ci sono le soluzioni, tranquilli) che misurano le nostre conoscenze, mettono alla prova le nostre sicurezze, ci sfidano su imprevedibili sottigliezze.
L’istituzione fondata a Firenze tra il 1582 e il 1583 articola il volume in quattro sezioni (Pronuncia e ortografia, Morfologia, Sintassi e testualità, Lessico): come in un vero e proprio manuale, per ciascuna area presenta una parte teorica con spiegazioni e approfondimenti, e una parte pratica in cui esercitarsi alla luce di quel che si è letto. Dalla grafia alla punteggiatura, dalle preposizioni che seguono i verbi ad accenti e apostrofi (e pazienza se questi ultimi, nella comunicazione istantanea di oggi, sono considerati vecchi arnesi). La verità è che tutto questo serve anche solo per acquisire maggiore consapevolezza e allenare la mente in una fase storica in cui, per qualunque inezia, c’è lo smartphone a “fare fatica” per noi. Come accade anche quando siamo a caccia di un sinonimo o ci interroghiamo sull’etimologia di una parola.
Chi crede che la Crusca non contempli il linguaggio vivo dell’oggi si sbaglia: nelle pagine di Neologismi, ad esempio, troverete “maranza” (e si ricorda che circola già da un po’, così come “scialla”), con le varie sfumature di significato modificatesi nel tempo. È menzionato, infine, il memorabile “venghino” di fantozziana memoria, oggi talvolta usato «anche da parte di parlanti competenti» a uno scopo preciso: sia per suggerire il carattere “truffaldino” di una iniziativa, sia per coinvolgere simpaticamente il pubblico.
Sbagliando s’impari
Accademia della Crusca
Mondadori, pagg. 344, € 20
Fonte: Il Sole 24 Ore