Purificatori d’acqua sempre più diffusi nelle case degli italiani

Una crescita lenta ma inesorabile, legata a incentivi come l’Ecobonus ma soprattutto alla sostenibilità. Il business nazionale di caraffe e tecnologie di trattamento dell’acqua potabile per case, uffici e ristoranti ha raggiunto nel 2023 quota 334 milioni di euro, con un aumento dell’1,2% secondo le stime dell’ufficio studi di Anima Confindustria, che segue il +3% del 2022. Un mercato che comprende la produzione di impianti, apparecchiature e prodotti per la potabilizzazione, dissalazione e trattamento domestico dell’acqua, rappresentato a livello nazionale da Acqua Italia che, accanto alle campagne per promuovere il consumo dell’acqua del rubinetto (trattata e non) rivendica il risultato raggiunto per l’introduzione e la proroga dell’Ecobonus per filtrazione, addolcimento e condizionamento chimico a casa e nei pubblici esercizi. Un altro obiettivo raggiunto dall’associazione è il bonus acqua potabile, con gli incentivi per il trattamento dell’acqua al punto d’uso «per promuovere i sistemi di affinaggio dell’acqua come scelta ecosostenibile a casa e in azienda».

Più di un terzo del business del settore (che lo scorso anno ha investito 32 milioni e contava 920 occupati) arriva comunque dall’export (131 milioni nel 2023 +0,8%). Una crescita meno marcata è stata invece quella del mercato del trattamento dell’acqua a uso industriale: nel 2023 il fatturato dovrebbe raggiungere 478 milioni, +0,6% rispetto al 2022, e l’export 255 milioni (+0,4%).

Sulle critiche ricevute per la concorrenza al comparto delle acque minerali il presidente di Acqua Italia, Lorenzo Tadini, sottolinea come sia «il mercato ad aver scelto l’acqua potabile per tante ragioni. Dal 2006 facciamo un’analisi sistematica del rapporto tra consumatori e acqua del rubinetto trattata e non, e abbiamo assistito negli anni a uno spostamento sempre più forte soprattutto dei giovani tra 18 e 24 anni verso l’acqua del rubinetto, per motivi di sostenibilità ambientale ed economica, ma anche di sicurezza, perché l’acqua di rubinetto è sicura e ipercontrollata».

«Siamo tra i settori più regolamentati– aggiunge Tadini – Il nostro business ha tre driver fondamentali: l’acqua potabile (le caraffe per case, uffici, alberghi e ristoranti), l’efficienza energetica (che riguarda l’acqua calda sanitaria e i circuiti di riscaldamento e raffreddamento) fino alle soluzioni più articolate per migliorare e rendere più fruibile l’acqua degli acquedotti. Tante nostre aziende producono anche impianti per la potabilizzazione, e tra i nostri partner ci sono start up che lavorano sulle tecnologie legate all’idrogeno per generare energia usata per dissalare l’acqua».

Fonte: Il Sole 24 Ore