Raccontastorie digitali, adesso i robot vogliono essere nostri amici

Nell’immaginario collettivo, i robot che fanno compagnia alle persone e li aiutano nelle attività quotidiane simulando gli esseri umani sono sempre stati presenti. Pensiamo alla sitcom di fine anni ’80 Super Vicky o alla serie Humans lanciata su Amazon Prime nel 2017. Nel mezzo, decine di esempi con cui il cinema, la televisione, i fumetti e i videogame, hanno interpretato il soggetto “robot” come fedele aiutante dell’uomo. Il panorama della tecnologia di consumo è forse quello che più di altri ha cercato di tradurre le idee in realtà, ad oggi senza qualcosa di davvero utile e concreto. Eppure, la fiera delle innovazioni tech IFA di Berlino, conclusa solo pochi giorni fa, ha dimostrato che qualcosa si sta muovendo, anche grazie al trend incessante dell’intelligenza artificiale generativa. Protagonista è LG e il suo “Self Driving AI Home Hub”. A dispetto del nome fin troppo complesso, l’idea da cui nasce è molto semplice: una sorta di cane robotizzato che sembra uscito dal cartone The Jetson, con dentro sensori di temperatura, umidità, microfono, altoparlante, telecamera per il controllo remoto e, soprattutto, la GenAI per comprendere il mondo circostante, inviare avvisi contestuali e svolgere funzionalità di intrattenimento, anche per bambini, raccontando storie inventate a partire dalle indicazioni degli utenti o dalla visione di una foto. La cattiva notizia? Self Driving AI Home Hub non è in vendita ma è ancora un esercizio di stile.

Parte dallo stesso principio, seppur con sembianze e funzionalità differenti, Ballie, il concorrente di Samsung. Forme e dimensioni circolari, ma la stessa pletora di sensori, speaker e telecamere. Il plus è la presenza di un proiettore in grado di mostrare informazioni all’arrivo di notifiche, sfruttando semplicemente il pavimento come schermo, oppure un pannello per la visione di film e contenuti video dal web, con Ballie che alza la “testa” e indirizza la proiezione sul soffitto. Samsung, in una serie di dimostrazioni a IFA, posizione il robot anche come supporto ai più anziani, visto che può accorgersi di quando un assistito cade o è in difficoltà e chiamare contatti predefiniti e soccorsi.

I più attenti ricorderanno anche Astro, a marchio Amazon. Un dispositivo dotato di telecamera, sensori e ruote, con cui muoversi autonomamente all’interno della casa. Puntava su Alexa e un prezzo non basso ma giustificato dalle innovazioni a bordo, 1.599 dollari. Dal lancio nel 2021, Amazon ha sempre fatto affidamento su un sistema di vendita a invito, di fatto relegando Astro ad una nicchia molto ristretta del mercato.

Gadget del genere non sono nuovi. Da qualche anno, Enabot con sede a Hong Kong, realizza diverse versioni di piccoli robottini sferici, dedicati a bambini e persino animali domestici. Si comandano come un drone tramite lo smartphone e dall’estate i modelli di punta, che possono arrivare anche a 999 euro, sono stati aggiornati per integrare Gpt-4o. Accessori? Si fa fatica oramai a considerarli solo così.

Fonte: Il Sole 24 Ore