Criminalità, il 30% dei reati nei grandi centri: la geografia della sicurezza

Poco meno di una denuncia su tre (il 30%) nel 2023 è stata depositata nei capoluoghi delle 14 città metropolitane. Più nel dettaglio il 15% dei reati viene rilevato all’interno dei municipi di Milano e Roma. La concentrazione della delittuosità spinge i due centri metropolitani ai primi posti dell’Indice della criminalità del Sole 24 Ore, ordinato in base al numero di denunce ogni 100mila abitanti: Milano si conferma il territorio con più denunce (7.093 ogni 100mila abitanti), seguita dalla Capitale che balza dal terzo al secondo posto con un incremento dell’11% su base annua (6.071 denunce ogni 100mila abitanti). Subito sotto: Firenze (3ª), Rimini (4ª), Torino (5ª), Bologna (6ª), Prato (7ª), Imperia (8ª) e Livorno (10ª). Tra le poche novità c’è Napoli (12ª) che cede il posto a Venezia (9ª) tra le prime dieci province per numero di reati registrati nel 2023.

Il peso delle aree metropolitane (e delle città più turistiche) non deve stupire: a Milano e Roma vive circa il 13% della popolazione italiane e sulla frequenza degli illeciti gioca un ruolo chiave la presenza di visitatori e city users che spesso diventano bersaglio di reati predatori, come furti o rapine, andando ad alimentare le statistiche. «Il dato di Rimini – afferma il prefetto di Rimini, Paola Cassone – è fortemente condizionato dall’incremento dei reati nel periodo estivo a causa dell’afflusso di persone in Riviera, a cui si affianca il forte senso civico dei romagnoli».

Milano è prima, tra le 106 province mappate dai dati del dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno, in particolare per numero di furti denunciati in rapporto alla popolazione, seconda per rapine, terza per violenze sessuali e quinta per reati connessi agli stupefacenti. Nel complesso, i reati denunciati nell’area metropolitana sono in lieve aumento: +4,9% rispetto al pre-Covid. Il 2 ottobre 2023, quasi un anno fa, il sindaco Beppe Sala ha nominato l’ex capo della Polizia, Franco Gabrielli, a delegato per la sicurezza e la coesione sociale e proprio in queste ore il capoluogo lombardo sta discutendo sul possibile cambio del Comandante della Polizia locale. Tra i nodi ci sono il mancato raggiungimento dell’obiettivo dei 500 agenti in più sul territorio (il numero di dimissioni è maggiore del previsto) e l’aumento dei vigili di pattuglia nei turni serali e notturni, per il quale è ancora in corso il braccio di ferro con i sindacati.

Dietro al balzo di Roma (+11% anno su anno, +16,7% rispetto al 2019), invece, giocano un ruolo la crescente criminalità predatoria e i fenomeni correlati al degrado urbano (si veda l’intervista a destra): la Capitale quest’anno raggiunge il secondo posto per numero di furti (con 3.465 denunce ogni 100mila abitanti), in crescita del 17% su base annua; nel 2023 le rapine in pubblica via sono aumentate del 24% rispetto al 2022; per i reati connessi a traffico e spaccio di stupefacenti, la Capitale segue a stretto giro il primato di La Spezia. I numeri vanno comunque messi in prospettiva, osservando l’andamento storico delle denunce nella Capitale: il recupero della criminalità dopo “l’interruzione pandemica” sta tornando ai livelli del 2017-2018, ma resta comunque lontano dai volumi di denunce del decennio precedente.

L’aumento delle rapine, in particolare, pesa su molte grandi città. La turistica Firenze diventa maglia nera per denunce di rapina (136 ogni mille abitanti): quelle in pubblica via – 1.034 episodi nel 2023 – sono cresciute del 56% solo nell’ultimo anno. «C’è un problema reale, non solo di percezione, legato a problemi di microcriminalità, in parte collegati con l’aumento dell’uso di alcuni stupefacenti come il crack. Stiamo affrontando il tutto con grande attenzione, in sinergia con prefettura e azienda sanitaria», dice la neo sindaca di Firenze Sara Furnaro. Che aggiunge: «Il tema della sicurezza è una priorità, ma va affrontato con la città: bisogna investire in politiche sociali e sanitarie, non solo nei presidi».

Fonte: Il Sole 24 Ore