il nuovo scenario del calcio italiano”

Il nuovo corso di Antonio Conte, con la potente spinta di Lukaku (2 assist e un gol), sta ravviando la rinascita del Napoli. Una rinascita che, paradossalmente, può far diventare forza una sua debolezza: quella di non avere impegni in Europa. Sarebbe meglio, naturalmente, averli questi impegni, però non averli è un vantaggio che presto si farà sentire. Il resto poi è l’”effetto Conte”, una specie di doping non proibito che dà le ali a chi ne fruisce. «Questo Napoli mi è piaciuto, in passato non amava sporcarsi le mani… », sibila il tecnico con una delle sue frasi al vetriolo. Conte può non piacere: è spesso arrogante e fuori misura. Ma riesce quasi sempre a centrare i suoi bersagli. Il problema è quanto “durano” le sue rivoluzioni. Ma è un discorso prematuro che, dopo gli sconquassi dello scorso anno, non toglie certo il buon umore ai tifosi napoletani.

Juve in frenata, Motta prime critiche

E la Juve? Che il calcio sia ondivago, soprattutto all’avvio, lo dimostra la nuova frenata dei bianconeri col Lecce. Già lo zero a zero con la Roma, aveva suscitato qualche perplessità. Ma questo secondo pareggio a reti inviolate con i toscani, fa crescere ulteriormente il borbottio dei malcontenti. Che si dividono in due categorie: quelli a cui piace criticare a prescindere e, per farla breve, già cominciano a rimpiangere Allegri (mah..). E quelli, più aperti al nuovo, che con Thiago Motta già sognavano la rivoluzione totale, il bello che avanza, lo spettacolo e il divertimento allegati al biglietto. E che dicono: eh, no! Un altro zero a zero, non va bene! Abbiamo preso un nuovo allenatore giovane, che al Bologna faceva divertire tutti. Abbiamo fatto un sacco di acquisti importanti e poi siamo di nuovo qui con la “pareggite”, malattia senile del calcio all’italiana, eccetera eccetera. I nostalgici, ridacchiando, fanno invece notare che col “corto muso” di Allegri almeno si vinceva.

La verità? Che è troppo presto per dar sentenze. Vero che nella sfida di Empoli, la Juventus ha fatto davvero poco. Lenta, prevedibile, senza energia e convinzione. E che le nuove star (Koopmeiners, Douglas Luis, Gonzalez) si sono rivelate altrettanto spente di quelle vecchie. Vero che il più pericoloso del gruppo è stato Gatti, un difensore. Però un po’ di pazienza è necessaria. Una squadra che punta allo scudetto non s’inventa in un mese. Comunque Motta deve farsene una ragione. Questa è la Juve, bellezza! Con la Champions alle porte e il fucile spianato della critica già carico a pallettoni. La luna di miele è finita, l’importante è che non diventi di fiele.

Il Milan riparte, ma il Venezia fa acqua

Lascia delle perplessità anche la facile vittoria (4-0) del Milan con il Venezia. Si sprecano i titoloni dei giornali e i facili entusiasmi dei commentatori televisivi (gli stessi che prima della sosta impallinavano Fonseca). Non per fare i criticoni, ma insomma questo Venezia, ci dispiace per l’allenatore Di Francesco, imbarca acqua da tutte le parti. Prendere quattro gol nei primi 29 minuti dal Milan non capitava dal 1958. Forse neanche il Mose, con le sue barriere, può proteggere una squadra così poco attrezzata per la serie A e con un portiere, il finlandese Joronen, più adatto all’hockey o allo sci nordico. Con le dovute cautele, questo poker fa, però, molto bene al Milan che aveva urgente bisogno di riavviare il motore. La goleada con una fragile neopromossa non risolve tutto. Vedere però brillare Teo Hernandez e Leao e vedere il resto della squadra che fa finalmente quello che deve fare è già un buon passo avanti. Che andrà, però, rivalutato a breve. La prossima settimana per Fonseca è quasi un’esame di maturità.

Domani il crash test a San Siro con il Liverpool darà una prima risposta. Anche se i Reds hanno perso con il Nottigham Forest, quella inglese resta una delle squadra più forti d’Europa. Con un attacco che non perdonerebbe le incertezze di Emerson Royal. Poi arriverà il derby con l’Inter, una specie di Cima Coppi per i rossoneri che dal 6 aprile non vincevano una partita senza subire gol. E’ un Diavolo convalescente. Ora bisogna vedere se farà in tempo a guarire del tutto.

Fonte: Il Sole 24 Ore