Biomedicale, sei aziende interessate a rilevare lo stabilimento ex Bellco di Mirandola

Ci sarebbero sei aziende interessate a rilevare Mozarc Medical, ex Bellco, uno degli asset più importanti e storici del distretto biomedicale di Mirandola, nel Modenese, specializzato nella produzione di apparecchiature per dialisi e relativi sistemi di emofiltrazione. La notizia è emersa oggi, durante il tavolo di crisi convocato al Mimit con l’azienda, le istituzioni locali, Confindustria e i sindacati, per fare il punto sul processo di industrializzazione del ramo manifatturiero del gruppo americano, che lo scorso 12 giugno aveva annunciato la volontà di chiudere il reparto produttivo lasciando a casa 350 dipendenti e un altro centinaio di persone nell’indotto.

Sei manifestazioni di interesse e 31 relazioni intavolate

La raccolta di manifestazioni di interesse andrà comunque avanti fino alla fine del mese di ottobre, su indicazioni del ministro Adolfo Urso, ma le sei proposte già arrivate alla società di advisory Sernet – che sta affiancando Mozarc nella ricerca di un acquirente – e i 31 contatti attivati con soggetti industriali del settore e fondi finanziari, sono già un ottimo segnale, a conferma dell’attrattività del sito, tra la camera bianca di 4mila metri quadrati e l’alta specializzazione dei lavoratori. La multinazionale di Minneapolis aveva infatti deciso il 26 giugno – a fronte di proteste e mobilitazioni non solo nel distretto biomedicale ma in tutta l’Emilia-Romagna e alla discesa in campo delle istituzioni regionali – di ritirare la procedura di licenziamento e cercare una soluzione di «continuità industriale, produttiva, occupazionale, anche attraverso l’individuazione di possibili acquirenti». L’azienda sta ora mantenendo l’impegno, come confermato ieri al Mimit, di proseguire la produzione a pieno ritmo fino a gennaio 2025, viste le commesse in portafoglio, mentre da febbraio l’attività sarà ridotta al 25%, chiudendo tre delle quattro linee produttive di Mirandola.

L’impegno del Mimit per un rilancio coerente e completo del sito

L’incontro di aggiornamento a Roma, che fa seguito a quello dello scorso luglio, è stato presieduto dal sottosegretario con delega alle crisi d’impresa, Fausta Bergamotto, che ha sottolineato come il percorso di industrializzazione dello stabilimento dovrà concretizzarsi «in un progetto di rilancio di alta qualità del ramo oggetto di vendita e dovrà tenere conto dei livelli occupazionali ed essere coerente con la specializzazione produttiva di uno degli stabilimenti considerati tra i più importanti del settore in Europa», riporta la nota diffusa dal Mimit. «Il ministero è in prima fila nei processi di reindustrializzazione – sottolinea la sottosegretaria Bergamotto -. Confermiamo la strategia già attivata in altri tavoli di crisi, trovando soluzioni industriali che riescano a valorizzare competenze dei lavoratori e a sviluppare progetti duraturi nel tempo. Le crisi se ben gestite possono rappresentare una possibilità di rilancio e potenziamento di alcuni settori industriali».

Il payback frena gli investitori

L’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, ha ribadito al tavolo che va affrontata la questione del payback, «una misura che rischia di mettere in ginocchio tante realtà del biomedicale e allontana dall’Italia possibili investitori. Va cancellata la legge e contestualmente garantita la copertura per la sanità nella prossima finanziaria».
Il Mimit ha anche confermato che «i tavoli di monitoraggio sullo stato di avanzamento del rilancio dello stabilimento di Mozarc-Bellco proseguiranno in sede ministeriale finché la vertenza non troverà una positiva conclusione». Entro il prossimo 30 novembre sarà in gni caso calendarizzato un terzo incontro dove dovrà emergere la short list di potenziali investitori.

Fonte: Il Sole 24 Ore